Ciascuno ha i propri pensieri, pesanti o leggeri. E tu, a che pensi?

Laurent Moreau - a che pensi?
Laurent Moreau – a che pensi?
Laurent Moreau - a che pensi?
Laurent Moreau – a che pensi?

Quando le mattine accolgono i miei passi con una brezza fresca, i pensieri che durante la notte s’erano ampliati e gonfiati rimpiccioliscono e si cristallizzano nell’istante in cui il portone si chiude alle mie spalle lasciando il posto ad altri, i quali, molto più pratici e imminenti, s’affacciano e affollano: quale maestra accoglierà oggi la mia bambina? Incrocerò il vecchietto che mi induce a pormi così tante domande sulla mia tolleranza? Troverò in offerta il pesce che voglio cucinare stasera? Intanto sorrido, perché la mia bambina mi sta parlando di certe spericolate avventure che da piccola intraprendeva con il suo amico orsetto Junior, e mentre sorrido incrocio la fruttivendola che sorride anch’essa ma so preoccupata perché nessuno compra la frutta al suo bancone e il cartello “cedesi attività” scritto a mano e un po’ sbilenco è specchio manifesto dei suoi di pensieri. Arrivate a scuola, la maestra mi chiede se ho un’idea per raccogliere e conservare i cartelloni dei bambini perché non si sciupino. Mi domando da quando l’urgenza di questo pensiero di premura sia nella sua mente; ci penso da ieri, mi ha detto.

Laurent Moreau - a che pensi?
Laurent Moreau – a che pensi?

Ciascuno ha i propri, di pensieri, e non necessariamente li manifesta. Piuttosto, spesso, cerca di camuffarli, o li esplicita, suo malgrado, con gesti, sguardi, sospiri. La curiosità di scoprire quelli che realmente si nascondono nella quieta apparenza è gatta. Ed è proprio un gatto, infatti, protagonista e narratore di questo albo illustrato di Laurent Moreau, a cogliere i gesti più lievi, gli sguardi furtivi o sognanti dei passanti. Grazie a lui scopriamo che Elena, a volte, ha bisogno di stare sola; così come Maria è terribilmente gelosa. Così come Barbara gode dell’aria fresca e la Signora Elsa pensa preoccupata al suo lavoro.

Laurent Moreau ha avuto l’ardire di porre la domanda cruciale: A che pensi? A che pensi, davvero? Beh, per strada si può solo immaginare e supporre, ma tra le pagine di questo libro, grazie a delle funzionali alette e allo spirito d’osservazione di un gatto, si può vedere ciò che si nasconde nella mente a dispetto di quello che suggerisce il volto, l’espressione.

Laurent Moreau – a che pensi?

Questo è un albo interessante per la sua strutture e ideazione, molto interessante, giacché presuppone una forte impostazione filosofica, che gioca sapientemente nel campo della semiotica, e al contempo l’associa a una resa giocosa e vivace che dissimula nel gioco della scoperta e della curiosità significati pregnanti e profondi.

A ciascun personaggio, e ai suoi pensieri, è dedicata una doppia pagina; su quella di sinistra un brevissimo testo descrittivo (Mattia è semplicemente felice) che s’associa all’illustrazione che ristà nella pagina di destra in cui, in un piano americano, il protagonista risponde al proprio testo di riferimento ma non lo esplicita del tutto, esattamente come se Mattia lo incrociassimo per strada. Sollevando l’aletta, invece, troveremmo rappresentati i suoi pensieri, in questo caso l’idea di felicità di Mattia, che consiste nel pedalare mentre un piccolo stormo di uccelli gli vola intorno a condividere la libertà. Così come la gelosia di Maria è un nodo ingarbugliato di serpenti e la tristezza di Anna uno stagno di pioggia e lacrime.

Il tratto di Laurent Moreau è fluido e pieno, ritmico per come lo si percepisce, mai ridondante anche quando i pensieri sono floridi o ingarbugliati.

Un libro che consiglio vivamente e che, altrettanto vivamente, spero possa suggerire strade alternative all’apparenza, declinate più sulla consapevolezza e genuina espressione di sé e del proprio sentire che su ciò che di noi stessi costruiamo e vorremmo rendere manifesto agli altri. Per questo c’è già Facebook.

Titolo: A che pensi?
Autore: Laurent Moreau
Editore: Orecchio acerbo
Dati: 2012, 44 pp., 16,50

2 risposte a "Ciascuno ha i propri pensieri, pesanti o leggeri. E tu, a che pensi?"

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