Una scatola è una scatola è una scatola è una scatola… così diceva Gertrude Stein, mi pare. Ah no! Il discorso semantico era riferito alle rose (o alle promesse?)! E infatti questa Non è una scatola; sebbene sia di cartone, quadrata, sia ben evidenziato il suo peso (250 gr) e un bel timbro rosso sul retro specifichi che non si debba capovolgerla.
Pagina dopo pagina si apre la scatola, si va oltre l’imballaggio e una scritta rossa grande e grossa lo ribadisce: Non è una scatola.
Una voce simile alla nostra chiede a un coniglietto seduto in una scatola: “Perché ti sei seduto in una scatola?” Il coniglietto drizza le orecchie che appena voltata la pagina si piegano perché investite dal vento: “Non è una scatola”! È una macchina da corsa rossa fiammante e poi scusami, non ti sento, ho il vento tra i capelli, nelle orecchie, sembra dire il coniglietto che prosegue la sua corsa.

Si continua così, con la voce, sempre più simile alla nostra, che chiede “Che cosa fai su quella scatola?” E perché te la sei messa addosso, e perché ci giri intorno… Non è una scatola, è il Monte Coniglio e io sono un robot, e un addestratore d’elefanti indiani. Una variazione sul tema che non stanca mai, piuttosto incuriosisce. Se non è una scatola allora cos’è? Facciamo finta che… è questo il gioco, naturale e spontaneo, che coinvolgerà certamente anche il genitore narrante.
Grafica e layout sono essenziali e fungono da guida: il coniglietto e la scatola sono il frutto di linee nere, senza ombra, e mostrano ciò che il genitore vede. Il rosso (che già ci aveva sgridati all’inizio quando ostinati continuavamo a parlare di scatole) manifesta invece la fantasia, la libertà dirompente dell’immaginazione: è grazie alle sue linee che vediamo la mongolfiera, il razzo spaziale, la nave dei pirati.

Antoinette Portis è un’autrice che non dovrebbe assolutamente mancare nella libreria dei vostri bambini, sarebbe come se mancasse Munari, se non proponeste loro mai Sendak. E Kalandraka a un prezzo equo, considerato l’allestimento complesso e raffinato, ci offre l’occasione di far loro un bel regalo. Sono certa che offrendo ai bambini prodotti di qualità, leggendoli assieme a loro, dando loro la possibilità di entrare in contatto con albi studiati, creati con intelligenza e affetto, essi avranno l’occasione di maturare un gusto personale e proprio, assolutamente distante dalla banale omologazione dai colori pacchiani, dalle linee banali e dalle parole urlate e mielose che affollano una (ahimè!) grande parte della produzione letteraria destinata ai piccoli lettori. Perché albi come questo fanno in modo che la lettura (e l’albo permette la lettura anche ai bimbi che non sanno leggere) diventi esperienza, gioco, confronto con la realtà, viaggio con l’immaginazione.

Infine la scelta del coniglietto piuttosto che del bambino: perché un animaletto? Perché non il bambino? Si tocca un punto fondamentale della narrazione ai bimbi: perché è un bambino? Potrebbe chiedere la bambina lettrice? Perché ha i capelli ricci questa bambina? Potrebbe chiedere la bimba coi capelli lisci; perché questo bambino è bianco? Potrebbe chiedere il bimbo nero Non sono io… non mi ci rivedo, è un altro bambino. Il coniglietto è un coniglietto è un coniglietto, è un coniglietto. E a furia di esserlo diviene ciascun bambino, simbolo di ciascuna bambina. Permette un’immedesimazione completa e perfetta.
No, questo libro non è affatto, affatto una scatola.
Titolo: Non è una scatola
Autore: Antoinette Portis
Editore: Kalandraka
Dati: 2011, 40 pp., 14,00 €
Ristampa, 2019