
Un gorilla è un libro per contare, come esplicita il sottotitolo, ma, come spesso accade quando una cosa è così manifesta, non è solo questo. Da uno a dieci Anthony Browne conta coi primati, presentandoli in maniera deliziosa in acquerelli dettagliati e realistici, poetici per il loro essere così naturali e intensi. Nessuna scimmia è uguale a un’altra. Se c’è un unico straordinario ed espressivo gorilla (per il numero uno) ci sono otto macachi, ciascuno con la propria espressione e personalità, ci sono sei gibboni dai colori sgargianti e dalle espressioni a mezza strada tra la tenerezza e la furbizia, ciascuno di essi tradisce un pensiero che non è uguale a nessun altro. Eppure, l’idea di fondo, evocativa e empatica è che apparteniamo tutti alla stessa famiglia, che si sia un babbuino furbetto, un dolcissimo orango o un timido bambino.

Un gorilla. Un libro per contare
Ci è piaciuto perché è raffinato e intelligente, perché induce a riflettere e a interiorizzare numerosi concetti complessi: l’evoluzione, l’appartenenza, la diversità e la comunanza; per le straordinarie illustrazioni. Oltre che, naturalmente, perché sottende a un proposito, il rispetto degli altri, assolutamente condivisibile.
Non ci è piaciuto (perché dobbiamo proprio cercare il pelo di primate nell’uovo) il fatto che sia consigliato a bambini di tre anni; non perché non lo si ritenga adatto a loro (è proprio l’età in cui cominciano a contare e a interessarsi ai numeri) ma perché è molto difficile spiegar loro il perché si sia un’unica famiglia. Credo che bimbi dai 5 anni in su ricevano con più soddisfazione e riescano meglio a interiorizzarne gli input.
raccomandato: a tutti i bambini con l’occhio attento ai dettagli
prezzo: coerente con la qualità dell’albo
Titolo: Un gorilla. Un libro per contare
Autore: Anthony Browne
Editore: Kalandraka
Dati: 2012, 32 pp., 16,00 €
Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.
Ma no! Invece è semplicissimo spiegare che hai un cugino sulle montagne dell’Africa e un’altro che abita le foreste in Indonesia eun altro ancora con la coda che ti aspetta vicino all’Orinoco. La cosa difficile di spiegare a un bambino di 3 anni (e anche a uno di 93 come aveva mia nonna prima di morire) è che il mondo dei suoi cugini è sempre più ridotto dovuto alle attività di noi, quelli che siamo scesi dall’albero e viviamo sotto un tetto.
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Benvenuto commento, e grazie!
Io penso che se il discorso rimane sull’immaginifico non ci piove. Anche se si sposta sull’ecologia. Molto più difficile è l’implicazione scientifica del discorso che, a tre anni è ben complessa, non semplicissima. La mia bambina di tre anni, per esempio, ha piagnucolato ribadendo che lei è una bimba non un orango. D’altra parte sono proprio i tre anni l’età della ricerca e definizione della propria identità, in linea generale,
Al livello cui fate riferimento si potrebbe essere un’unica famiglia tra animali, con il mio fratello gatto che sta accoccolato sul divano e quello capace di saltare 5 metri che sta in Australia. Molto più semplice che un bambino si senta vicino a un animale che rientra nei suoi interessi (anche alla scimmia dunque, per l’agilità, per la curiosità), piuttosto che ai primati “perché discendiamo tutti dalla stessa mamma scimmia”.
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Bello! Anche mia figlia ha 3 anni e vive in un mondo più gattofilo che scimmiesco (due gatti da una nonna, uno dall’altra e tre gatti dagli zii). Non c’è però nessuna implicazione scientifica dal lato della KLK nemmeno dall’autore, Anthony Browne. Non è un libro di divulgazione scientifica 🙂 E’ una dichiarazione d’amore di 32 pagine a doppia.
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Come scritto nella recensione, da qualsiasi lato lo si guardi o intenda è comunque un albo che ho molto apprezzato. 🙂
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Uh, se dimentico i gatti della KLK poi mi fanno una testa così. Ecco, abbiamo anche in giardino altri due gatti… Fieramente liberi, ahimè.
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