Migrazioni gode dell’innegabile fascino dei libri a carattere naturalistico che intrecciano a informazioni scientificamente attendibili una narrazione che trova proprio nell’aderenza alla realtà la sua poesia.
Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond – 2019, Editoriale scienza
In copertina si staglia un uccello, simbolo degli animali migranti per eccellenza. Ad ali spiegate e ferme plana tra la pioggia, sotto di lui il mare. Ma all’interno, doppia pagina dopo doppia pagina, le migrazioni sono di tutte le specie: terrestri, marine, volanti. Rettili, insetti, mammiferi, pesci.
Le splendide illustrazioni di Jenni Desmond, (vincitrice del premio New York Times Best Illustrated Children’s Book Award) occupano tutta la superficie, restituendo perfettamente, con un sapiente e raffinato uso delle prospettive e degli spazi, il senso dell’andare, dello spostarsi, del muoversi da un luogo a un altro, non nel momento della partenza o dell’arrivo, che probabilmente sarebbero stati più semplici da rendere per le due forti spinte emotive, l’entusiasmo della partenza e la soddisfazione dell’arrivo, ma nel durante. Quel lungo arco di tempo fatto di un impasto di fatica, fame, resistenza che effettivamente è il fulcro e il senso della migrazione.
Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond – 2019, Editoriale scienza
Scopriamo, grazie al lessico semplice e accurato di Mike Unwin, che ci sono migratori che lo fanno a passo di danza (la gru americana), c’è chi marcia sul ghiaccio in fila indiana (i pinguini imperatore), chi in grandi stormi che paiono nuvole soffici e colorate di bruno e nero, come le farfalle monarca, o in grandi onde rosso corallo, invadendo strade e sentieri, come i granchi rossi dell’Isola di Natale.
Durante il viaggio, ciascuno di loro deve confrontarsi col clima avverso e sfuggire agli attacchi di famelici predatori. È faticoso, estremamente rischioso, ma se restassero dove sono non potrebbero sopravvivere.
Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond – 2019, Editoriale scienza
Tra tutti, a compiere il viaggio più lungo è la sterna artica: questo straordinario uccello, leggerissimo, viaggia da Polo a Polo, percorrendo fino a 77.000 chilometri l’anno. Sono numeri difficili da immaginare, eppure l’istinto di sopravvivenza è un motore fortissimo. E per fortuna.
Sono certa che, dopo aver letto questo libro, alzando lo sguardo verso il cielo, guarderemo con occhi diversi gli stormi a “V” delle oche selvatiche migranti, la loro forza, il loro coraggio.
Uno strano animale, dallo sguardo stanco, la schiena ricurva di peso e pensieri, trascina una grossa valigia. Arriva scalando una montagna che sembra essere l’ultimo ostacolo da superare dopo un lungo viaggio. Passando, attira lo sguardo degli animali del luogo: una gallina, una volpe, un coniglio. La loro curiosità prende la strada lunga e indaga sullo strano animale, ma in maniera indiretta. Si chiede, la gallina, che cosa ci sia dentro la valigia. La risposta dello straniero la lascia di stucco. Nella valigia c’è una tazza. Ma non solo una tazza, anche un tavolino e una seggiola, e una piccola capanna che è la sua casa. La valigia contiene tutta la sua casa.
Cosa c’è nella tua valigia?, di Chris Naylor-Ballesteros – 2019, Terre di Mezzo
Lo strano animale non da alcun fastidio a nessuno, risponde con garbo a tutte le domande, desidera solo riposare, si accoccola di fianco alla valigia, che contiene tutta la sua casa, e dorme. La gallina lo guarda diffidente dall’alto in basso: mai visto un animale così. Il coniglio conviene con lei, è ben strano, ma secondo lui bisognerebbe lasciarlo riposare. La volpe no, proprio non si fida. Sguardo sottile punta il naso: devono guardare nella valigia.
Cosa c’è nella tua valigia?, di Chris Naylor-Ballesteros – 2019, Terre di Mezzo
E cedono tutti e tre al malanimo di uno solo. La valigia si rompe, la tazza si rompe, la fiducia si rompe. Mentre tutto si rompe, due cose tengono ogni cosa assieme, restando integre: la verità e i sogni.
I sogni dell’essere strano sono vividi e si aggrappano alla verità, che attraversa gli animi dei tre, quando se la ritrovano davanti sotto forma di una tazza, rotta, e una foto. Attraversa gli animi e li scuote, muovendoli verso la presa di coscienza, l’accoglienza.
Cosa c’è nella tua valigia?, di Chris Naylor-Ballesteros – 2019, Terre di Mezzo
Una storia narrata con semplicità che si nutre di empatia e illustrata con una semplicità altrettanto netta, con figure dai contorni sfumati, che ne suggeriscono lievi movimenti, i colori pieni.
Titolo: Cosa c’è nella tua valigia?
Autore: Chris Naylor-Ballesteros
Editore: Terre di Mezzo
Dati: 2019, pp. 32, 15.00 €
C’è un gran trambusto sempre quando si parte. Se poi si intende fare del giro del mondo una gita di famiglia, ecco, le cose da tenere sotto controllo sono da molte a moltissime. Nessun dettaglio può essere trascurato quando si pensa di viaggiare con un seguito di quindici bambini di differenti età e abilità e un’anziana nonna. Organizzare i passaporti per tutti significa passare un’intera giornata dal fotografo per realizzare le foto tessera di quindici scalmanati che precedentemente vanno vestiti e riordinati con tutto quello che ci sta dentro: inseguine uno, controlla l’altro, dividine due che proprio ora hanno deciso di litigare o di sporcarsi il viso col verde per pura e semplice gelosia! E poi le firme sui passaporti. E poi non dimenticarne neppure uno
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Per non parlare della scelta della valigia: per necessità ognuno deve avere la sua! E allora grandi, piccole, piccolissime, sino a molto grandi e le discussioni per il colore e le cose da portare. Considerare la nave e poi l’aereo, assegnare un ruolo a tutti affinché nessuno abbia da dire e in modo che tutti si collabori all’ottima riuscita di un evento così importante! Stabilire un abbigliamento adeguato per ogni possibile ed eventuale incontro o invito. E assolutamente non scordare lo scialle di cachemire, la cuffia e i guanti della nonna.
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Parlare con John, il suo aereo, quello ricevuto in regalo a Natale potrebbe essere perfetto per lei e i bambini per affrontare con ragionevole confort la traversata oceanica. L’America, si sa, è distante dall’Europa! Certo ci vorrà un pilota ma Patrick potrebbe essere perfetto, se Quacky Jack già farà il macchinista… una mamma ha veramente mille pensieri quando si tratta dei suoi bambini!
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Una nursery room, la camera dei giochi, di per sè è già una camera delle meraviglie, luogo che si accende di fantasia irrefrenabile, che si colora di ogni altrove possibile e immaginabile. Da lì si salpa per viaggi meravigliosi e incredibili avventure con fidati e coraggiosi amici tra i più strampalati che ci siano.
E Josephine da lì partirà per il suo lungo e faticoso, ma entusiasmante, viaggio attorno al mondo un po’ per mare, un po’ per cielo, con i suoi innumerevoli bambini. Questa, però, non è una novità: Josephine parte sempre da lì, ogni giorno. La immagini arrivare già con un’idea in testa anche solo un piccolo accenno di nuova avventura che poi esploderà in grandi organizzazioni, particolari minuti, che con attenzione e cura diventeranno fondamentali per il gioco.
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Se ogni bambino resterà naturalmente affascinato da questo facciamo che, all’adulto non sfuggirà certo la naturalezza con la quale Josephine entra e esce dal gioco occupandosi di tanto in tanto di cose reali, quali scendere in giardino e chiedere in prestito a John, migliore amico e vicino di casa, di prestarle il suo aeroplanino, quello ricevuto appunto a Natale, per la traversata transoceanica e invitarlo a prendere parte di quel grande movimento per poi rientrare, e, tra le righe, leggere di quella mente nuovamente in fermento.
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Nessun bambino farà caso al fatto che a Charlie mancano mani e piedi, a Little Teddy una zampa, che Dora ha una guancia scolorita e che anche Patrick ha lasciato parte della sua gamba destra chissà dove: ché gli amici e i fratelli e le sorelle non sono certo perfetti!
Nelle otto tavole a colori che compaiono nel libro, le restanti illustrazioni sono a china e riguardano solo particolari del gioco, è sempre raffigurato un angolo della camera, che immaginiamo grande solo per la quantità di giochi che vi sono presenti ma di cui non si hanno mai i confini, e il battiscopa in legno dipinto di bianco, alto e scanalato come si usava allora, il punto di vista è un po’ più alto, alto come una bambina, ed è proprio quel battiscopa a dare una dimensione reale ai giochi stabilendo proporzioni e altezze.
Josephine Goes Travelling è un piccolo libro, una mini edition presumibilmente datata 1950, la sua prima uscita risale agli anni quaranta. L’autrice Augusta Whiteford, al secolo Mrs. H.C.Cradock, lo dedica alla cara amica Alice M.N. Baron vera amante dei bambini – in memoria dei vecchi tempi. Una dedica di questo tipo all’inizio di un libro illustrato per l’infanzia non desta particolare stupore, ma dopo averlo letto, guardato, studiato e conosciuta l’opera dell’illustratrice, Honor Charlotte Appleton, non si può non farvi riferimento: l’attenta osservazione, l’amore per l’infanzia e le sue manifestazioni, la creatività del gioco debbono aver fatto sorridere e stuzzicato la fantasia di queste tre donne che immaginiamo ascoltare divertite dalla stanza accanto sino addirittura a pensarle, come in un dipinto di Norman Rockwell, dietro la porta socchiusa, ad ammirare la piccola Josephine e i suoi bambini.
Josephine Goes Travelling, di Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton – Blackie and Son Limited
Titolo: Josephine Goes Travelling
Autore: Mrs. H.C. Cradock, illustrato da Honor C. Appleton
Editore: Blackie and Son Limited
Dati: 1950 c., 64 pp., lingua inglese
Caterina, gonnellina blu, maglietta a righe, se ne sta in strada, forse sovrappensiero, quando le passa davanti un orso impettito, naso all’insù a seguire l’odore della strada, perché è chiaramente, e Caterina lo capisce al volo, un orso viaggiatore, che ha tutta l’intenzione di andaresene a zonzo per il mondo. Caterina ci guarda dritti negli occhi e con un sorriso sembra dirci: Mica scema a perdermi quest’occasione!
Quindi l’orso va a zonzo per il mondo, e Caterina dietro.
Caterina e l’orso a spasso per il mondo, Christiane Pieper 2015, Kalandraka
Ci sono diversi modi per affrontare un viaggio e diversi modi per affrontare il mondo. Figuriamoci un viaggio e il mondo assieme! Per cui i due sperimentano: ci sono momenti in cui viaggiano camminando all’indietro, dando il via a una lunga serie di similitudini che qui comincia coi granchi, altre volte alla maniera classica, cioè in avanti ma controvento. Altre volte i due provano a farlo ballando, in una tavola briosa che cita “A caccia dell’orso”, se il riferimento fosse sfuggito finora. Rotolano addirittura, ridendo a crepapelle e coinvolgendo nei capitomboli anche la luna, sorridente rappresentante di elementi buffi e magici che numerosi popolano queste pagine, mentre una mucca, razionale anzichenò, li guarda strabuzzando gli occhi. Sono certa che nella pagina successiva la mucca si rivolgerà a noi scuotendo la testa in segno di disapprovazione, si sa le mucche sono mamme apprensive, certi capitomboli non li condividono… e invece no! La mucca sarà andata a dormire presto… Bisogna fare silenzio. La luna si è assopita, è buio. L’orso cammina in punta di piedi, e Caterina dietro. E attraversano una bella citazione di Hokusai con tanto di vulcano, iris e fiori di ciliegio, talmente bella da far cantare anche i pesci!
Caterina e l’orso a spasso per il mondo, Christiane Pieper 2015, Kalandraka
Sulla strada in giro per il mondo, Caterina e l’orso incrociano un camaleonte, che da quei due è così incuriosito da voler assomigliare più alla maglietta a righe bianca e rossa di Caterina che all’ambiente che lo circonda. In una grotta buia e misteriosa all’attenzione dei due sfugge uno spiritello, un folletto. Sono troppo presi dal mistero che li circonda e poi stanno pensando di mettere in pratica il celebre indovinello della Sfinge delle tre età dell’uomo, con una variante: i piccoli invece di andare a quattro zampe, come caprioli sulle montagne, vanno assieme agli anziani su tre appoggi, vanno in triciclo.
Gli acrilici dai colori tenui seppur molto luminosi si fanno portavoce di un invito. Invito a cantare, a saltellare, a stare su una, due, tre, quattro zampe… o piedini.
Caterina e l’orso, a zonzo per il mondo è stata per me una piacevolissima lettura. È un libro per sognare e per giocare e lo fa fare per bene. Ne consiglio la lettura alle bimbe e ai bimbi dai 3 anni in su.
Titolo: Caterina e l’orso, a spasso per il mondo
Autore: Christiane Pieper
Traduttore: Gabriella Manna
Editore: Kalandraka
Dati: 2015, 40 pp., 14,00 €
Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma potete trovarci su Bookdealer o chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.
Qualche anno fa ho realizzato un prodotto didattico/multimediale per la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, si intitolava proprio come ho deciso di titolare questo articolo ed era suddiviso in due parti: una rivolta agli insegnanti, una ai bimbi delle scuole primarie. Non ci pensavo da tempo, poi una riflessione di questi giorni e un’illuminazione improvvisa: mi si chiede spesso consiglio su letture che siano classiche ma che vadano oltre l’arcinoto; ebbene la risposta è Il Milione, e che non mi sia venuto in mente prima è davvero un mistero.
L’interesse di autori diversi verso le storie di Marco Polo ha moltiplicato il suo Milione fino a integrarlo con altri media (illustrazioni, immagini in movimento) rendendolo un testo sempre più composito e multimediale; adatto quindi, nelle sue diverse e numerose varianti, a età e gusti diversi. E questo continuo rinnovarsi è iniziato ancora prima della sua scrittura; Nel Milione ai diari e alla memoria di Marco si sono sommati prima i racconti letti e ascoltati da Marco stesso, poi l’abilità e la fantasia di Rustichello e poi ancora gli immaginari e le immaginazioni dei traduttori, dei copisti, degli illustratori, dei cantastorie che hanno riscritto e trasformato il testo nel corso dei secoli. La storia ha operato su Il Milione una vera e propria stratificazione di universi immaginari che, secolo dopo secolo, hanno colorato l’Oriente narrato da Marco Polo e Rustichello da Pisa della cultura del proprio tempo, fino ad arrivare al Marco Polo che conosciamo oggi, quello raccontato da Maria Bellonci nel suo romanzo o da Giuliano Montaldo nel suo sceneggiato televisivo (sceneggiato che per la me bambina fu secondo solo al Pinocchio di Comencini).
Marco Polo, Il libro delle meraviglie, a cura di Marie-Thérèse Gousset, tavole del ms. francese 2810, Bibliothèque de l’Image, Parigi, 2002
Quello che certamente contribuirà a fare de Il Milione un libro caro dell’infanzia è la sensazione di spartire con Marco la meraviglia. Marco Polo incominciò il suo viaggio con un suo proprio immaginario composito, costituito da storie e leggende che aveva avuto l’occasione di ascoltare dai viaggiatori che affollavano il porto di Venezia, dai ricordi e dai racconti del padre e dello zio, esperti viaggiatori e mercanti, dalla sua fantasia di ragazzo. Così Marco ci descrive l’Oriente come luogo straordinario, sorprendente. Ci parla, per esempio, dell’odierna regione dello Yunnan come popolata da esseri meravigliosi e spaventosi al contempo. Draghi dalla testa di topo. Serpenti con zampe da leone. Gli esseri che Marco descrive sono un collage di parti di animali reali, esistenti e riconoscibili. Gli elementi di realtà, quindi, prima scomposti e poi ricombinati assieme danno vita allo straordinario e all’immaginifico. A maggior ragione i nostri bambini e i nostri ragazzi aggiungeranno alle parole di Marco la propria lettura, i propri ricordi, le proprie fantasie, la propria lettura, meravigliandosi, appunto e al contempo riconoscendo elementi familiari che di pagina in pagina renderanno il racconto fraterno, familiare.
Marco Polo, Il libro delle meraviglie, a cura di Marie-Thérèse Gousset, tavole del ms. francese 2810, Bibliothèque de l’Image, Parigi, 2002
Senza contare la zoologia fantastica che tanto ha inciso sull’immaginario dei miniatori medievali (una rassegna esemplare è Il libro delle meraviglie – Bibliothèque de l’image) e che non potrà non affascinare i giovani lettori. Così come i monaci capaci di volare, le favolose ricchezze dell’isola di Cipangu, gli unicorni, gli abitanti di Adaman. Senza contare la riscrittura di Calvino, preziosa, da non far mancare nella libreria: “Le città invisibili”. Di ritorno dalle missioni cui il Khan lo destinava, l’ingegnoso straniero improvvisava pantomime che il sovrano doveva interpretare: una città era designata dal salto di un pesce che sfuggiva dal becco di un cormorano, un’altra da un uomo nudo che attraversava il fuoco senza bruciarsi […]
Il Milione, Emanuele Luzzati – Nuages, 2005
Nell’impianto narrativo si innestano digressioni antropologiche ed etnologiche ed infine è un testo ricchissimo di suggestioni visive. Mai come nel caso de Il Milione Leggere significa viaggiare.
Marco Polo, Il libro delle meraviglie, a cura di Marie-Thérèse Gousset, tavole del ms. francese 2810, Bibliothèque de l’Image, Parigi, 2002.
Marco Polo di Maria Bellonci
Marco Polo, Milione – Adelphi
Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.
Due grandi amici, piccolo orso e piccola tigre, dividono una pittoresca casetta in riva al fiume conducendo una vita serena e tranquilla fatta di pesca e passeggiate, di cene a base di pesce e funghi. Fino a quando una cassetta per la frutta vuota non arriva galleggiando proprio nel loro fiume. Profuma di banane. È delizioso quel profumo dolce ed esotico: Panama deve essere certamente un luogo splendido. E non fatica a divenire per piccolo orso e piccola tigre una meta da raggiungere presto, anche se non si conosce nemmeno la direzione da prendere; ma pur di raggiungere la meta dei propri sogni a questo si rimedia in fretta costruendosi da soli un bel cartello; basta una freccia a sinistra e via! Ma andando sempre a sinistra si rischia di girare in tondo, meglio chiedere a qualcuno dove sia Panama, quale la strada migliore da imboccare.
Lungo il percorso costellato da tenere ingenuità e profonda tenacia, mentre i due amici diventati viaggiatori intraprendenti ed entusiasti nutrono ogni passo di un’aspettativa che intenerisce, incontrano una lepre e un riccio (e un topo, una mucca, una cornacchia). Anche loro sono amici e anche loro dividono una casetta. Invitati a cena dai due, scoprono che c’è qualcosa di dolce anche oltre Panama: cosa può esserlo più di un soffice, morbide e accogliente divano? Piccolo orso e piccola tigre dormono sul divano e ne sognano uno per la loro nuova casa, quella che avranno a Panama. Il sogno del luogo utopico (fulcro della lettura contestuale all’epoca della pubblicazione di questo albo illustrato, il 1978) si mescola dunque al desiderio di concludere un viaggio, raggiungere un luogo che è rappresentazione di una propria maturità. Deve essere Panama, ma potrebbe essere ovunque. Potrebbe rivelarsi anche la vecchia casa abbandonata tempo prima, quando una pentola rossa, una canna da pesca e una paperetta tigrata giocattolo erano tutto l’occorrente per partire. E chissà se riusciranno a riassaporare la comodità di un divano, chissà se riusciranno a farlo a Panama.
Le illustrazioni sono classiche e lo stile realistico; i protagonisti animali umanizzati nei modi e nell’aspetto. Unica nota stonata sono gli intermezzi di testo nei quali ci si rivolge al piccolo lettore per suggerire interpretazioni, per sottendere a una conclusione riflessiva finale, per suggerire di notare particolari che potrebbero sfuggire (cui si dedica un colore diverso, grigio piuttosto che nero, come il restante testo). Come in ogni albo, come in ogni storia per bambini, essi non daranno una sola interpretazione, e anche se fosse unica sarebbe comunque diversa da bambino a bambino; dare per scontato che quella dell’autore sia la migliore e suggerirla è come imporla, anche se può rivelarsi, ed essere, splendida. In ogni caso alcune frasi interlocutorie interrompono la narrazione proprio quando essa è più fluida e intensa e questo inficia la dolce armonia tra lettore e ascoltatore che questo albo illustrato è capace di creare.
Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.
La conferenza degli uccelli – Peter Sis, Adelphi 2013
Rientra tra le pubblicazioni destinate ai ragazzi del brillante catalogo Adelphi, questo splendido libro illustrato di Peter Sis. A pieno titolo direi, visto che risponde ai requisiti che ritengo un libro per ragazzi debba avere: l’intensa profondità filosofica, la vena poetica alleggerita in una prosa amichevole ed elegante, illustrazioni che riservano ciascuna una lettura, una sorpresa, una visione traboccante di dettagli e colori.
La conferenza degli uccelli – Peter Sis, Adelphi 2013
La storia de La conferenza degli uccelli incomincia sin dal racconto della sua ispirazione e della sua nascita per voce dell’autore, Peter Sis, che, tra fonti nordiche (l’aquila scandinava dell’Edda minore sapiente oltremodo, che dimora tra i rami dell’albero cosmico), animali immaginari di Borges (su tutti il Simurg, l’uccello immortale che fa il nido tra gli alberi della scienza), la fonte principale indiana (The Conference of the Birds di Farīd ad-Dīn ‘Ațțār, poema persiano del dodicesimo secolo) e poetici ringraziamenti, apre le cortine su un racconto avvincente e filosofico.
La conferenza degli uccelli – Peter Sis, Adelphi 2013
Poi, realmente, si apre in doppie pagine ocra e brune, con una metamorfosi: il poeta Attar una mattina si sveglia e si accorge di essere diventato un’upupa. Per nulla agitato s’avvia verso una direzione che pare chiara e naturale. Giunto in una larga radura convoca a sé gli uccelli e pone l’accento sui problemi che affliggono il mondo, tanto simili a quelli del mondo che popoliamo: lotte, carenza d’acqua e cibo, infelicità, anarchia. Gli uccelli devo agire per cambiare lo stato delle cose e possono farlo sotto la sua guida giacché l’upupa conosce molte cose e soprattutto sa dell’esistenza di un re che conosce tutte le risposte. Incomincia quindi un viaggio pericoloso e meraviglioso al contempo che li condurrà verso la dimora di Simurg (questo il nome del re) il quale vive nascosto e protetto da sette valli, ciascuna con un nome, un pericolo, una prova: le insidie sono molte ma gli uccelli che riescono a superare le diverse prove ottengono in cambio una rivelazione catartica. Quella che tra tutte mi ha stupita, per l’impostazione e la definizione per nulla scontata, è stata la valle dello stupore, che, fuori da ogni mia previsione si rivela essere “luogo di costante dolore e paralizzante sconcerto”, ancor più destabilizzante, ancor più tremenda della valle della morte.
La conferenza degli uccelli – Peter Sis, Adelphi 2013
Ogni volta che gli uccelli si impauriscono, esitano, si smarriscono, il loro capo li conforta ed esorta con una saggezza che richiama la teologia panteista. Allo stesso modo nessuno trattiene chi decide di tornare indietro, di rinunciare in una libertà di azione e pensiero che ben si associa al viaggio di crescita e ricerca spirituale che gli uccelli stanno compiendo. Il finale è catartico e sorprendente: un re non esiste, gli uccelli stessi lo rappresentano, ciascuno di essi lo è: “uniti dalla stessa ricerca, hanno finalmente trovato il loro re”.
La conferenza degli uccelli – Peter Sis, Adelphi 2013
Titolo: La conferenza degli uccelli
Autore: Peter Sis
Editore: Adelphi
Dati: 2013, 160 pp., 25 €
Si avvicina la proclamazione dei nuovi vincitori del Premio Andersen, giorno che aspetto sempre con molta curiosità e sul cui esito scommetto sempre qualcosa con me stessa…
Nel 2008, per esempio, si aggiudicò il premio come miglior collana di divulgazione Paesi e popoli del mondo di EDT (Lonely Planet), una delle mie preferite per il saper coniugare la leggerezza della curiosità all’approfondimento storico-etnologico. Si tratta di albi cartonati e quadrati, adatti a bambini che abbiano già una certa autonomia e dimestichezza di lettura, corredati da tavole illustrate e fotografie.
Sofia Gallo (che abbiamo già incontrato qui), Ana Cecilia Ponce Paredes e Eric Tournaire, accompagnano i bambini , per esempio, in Perù, mettendone subito in evidenza il fascino e la meraviglia dell’essere un paese dalle tante facce. Si affaccia sull’Oceano Pacifico per tutta la sua lunghezza, è percorso dalla Cordigliera delle Ande e di conseguenza vanta montagne innevate; oltre le Ande c’è la giungla amazzonica con le sue foreste popolate da centinaia di specie diverse di piante e animali. Infine era il cuore del vasto e potente Impero Inca, di cui restano meravigliose tracce.
Quindi spazio alla biodiversità, alla capitale archeologica d’America, Cuzco, a Machu Picchu, ai misteriosi disegni di Nazca. Al mare e alla foresta non tralasciando curiosità e informazioni che stimoleranno certamente la fantasia dei bimbi e intensificheranno in loro il desiderio di visitare i luoghi di cui leggono.
Non mi meraviglia l’efficacia di un albo sul Perù; stupefatta sono rimasta, invece, dallo sfaccettato fascino della Romania. Romania, viaggio nel paese di Dracula di Sofia Gallo, Ciprian Ghiras e Ana Popovici, racconta la Romania sotto tutti i suoi aspetti: morfologico, sociale, turistico. Il romeno più famoso di sempre è certamente Dracula personaggio di fantasia appartenente a una specie inesistente inventato da uno scrittore irlandese che in Romania non era nemmeno mai stato. Ben diversi dal terribile Conte sono gli abitanti di questa vasta repubblica neolatina tagliata in due dai Carpazi. Alle ifluenze slave si mescolano le origino romane il cui latino vive nel rumeno più che in ogni altra lingua neolatina.
Strutturato come di consueto con un’alternanza equilibrata tra box di testo, disegni, fotografie e descrizioni, apre alla meraviglia raccontando di come vivano, e dove, gli abitanti le loro tradizioni e festività, ricette tipiche e musica tradizionale. La storia di luoghi reali si confonde con la leggenda; tra gli straordinari castelli della Valacchia non può mancare quello di Vlad Dracula; Nei monasteri affrescati potremmo rivivere le imprese di Stefano il Grande, e potremo confonderci tra il blu del delta del Danubio e quello ineguagliabile della “Cappella Sistina del Levante” (il monastero di Voronet). Un Paese affascinante, dunque, che questo albo descrive in maniera poetica.
Titolo: Romania. Viaggio nel paese di Dracula
Autore: Sofia Gallo, Ciprian Ghiras, A. Popovici
Editore: EDT, Lonely Planet (Giralangolo)
Dati: 2011, 36 pp., 14,00 €
Titolo: Perù
Autore: Sofia Gallo, Ana C. Ponce Paredes
Editore: EDT, Lonely Planet (Giralangolo)
Dati: 2010, 34 pp., 10,00 €
Me lo diceva sempre anche mia nonna che quando ci si sente stressati, un po’ schiacciati dagli eventi, smarriti, uguali a sé stessi, insomma, che quando ci si sente un po’ tristi, la prima cosa che esplicita questo grigiore interiore sono i capelli. Diventano secchi, con le doppie punte, opachi. Dico che me lo diceva “anche” mia nonna, perché è teoria che sostiene vivamente anche Mr. George, sebbene lui la applichi alle sue pecore, a Miss Timothy, e sebbene non si tratti di capelli ma di lana. E sulla lana gli effetti del perdere sé stessi sono ancora più catastrofici giacché diventa grigia, piena di nodi, affatto soffice. E per un allevatore dal cuore di nonna è cosa assolutamente sconveniente.
Perciò Mr. George, che teneva alle sue pecore, che teneva particolarmente a Miss Timothy, un pomeriggio disse: “Non la riconosco più. Lei non è più lei! La sua lana è piena di nodi e oltretutto grigi. E se lei non è più lei, bisogna che ritrovi se stessa. Miss Timothy, la informo che domani partirà alla ricerca di sé”.
Facile a dirsi per un uomo affascinante come Mr. George, prendere e partire alla ricerca di sé. Ma per una pecora, peraltro un po’ smarrita, la questione è oltremodo complessa e delicata. Essendo però pecora per quanto non più se stessa, Miss Timothy ubbidisce a Mr. George e si organizza, si rassegna velocemente all’idea e parte.
Per non farmi trarre in inganno (da me stessa) sono solita non leggere i nomi degli autori nel momento in cui sfoglio un libro. Anche le copertine e le quarte sono destinate a un’osservazione che è sempre successiva alla lettura. Questo perché nutro un’antipatia intestina per le quarte di copertina, per colpa di editori furbetti che si divertono a giocare con i lettori entusiasti, e perché scoprendo i nomi degli autori subito sono portata a creare delle aspettative che giocoforza inficiano la mia lettura. Strano a dirsi ma questa mia abitudine stramba gioca spesso a mio favore e a favore dei libri che leggo. E questo è un caso eclatante perché leggendo di Miss Timothy, dello Yorkshire, di Mr. George e del suo aplomb inglese, guardando (e contando) le finestrelle dell’autobus rosso a più piani che inizia le pecore al proprio filosofico viaggio, considerando quanto fossero simili nel tocco e nella resa queste illustrazioni ai quadretti acquarellati che i turisti inglesi spesso portano a casa di ritorno dai propri viaggi, sorridendo infine alla saggezza e alla ingenuità ovina di Miss Timothy, con certezza mi avviavo a trovare autori inglesi sulla copertina di questo albo rettangolare. Immaginate dunque la mia sorpresa quando il mio sguardo ha incontrato Giovanna Zoboli e Valerio Vidali. Sì! Proprio loro! Gli stessi di 9 storie sull’amore (più una), Il regalo, e Vorrei avere…
Per dire poi come gli editori potrebbero essere eleganti, spiritosi e onesti eccola qua la quarta di copertina: “Il viaggio di Miss Timothy: la risposta ovina alla ricerca di sé”. Davvero. I bambini sorrideranno nel comprendere come sia semplice perdersi alla ricerca di un “se stesso” che sia simile agli altri e invece come sia bello ritrovarsi unici e capaci di godere della propria e altrui unicità. Buona lettura.
Titolo: Il viaggio di Miss Timothy
Autore: Giovanna Zoboli e Valerio Vidali
Editore: Topipittori
Dati: 2012, 40 pp., 15,00 €