i 10 libri che hanno reso più bello AtlantideKids nel 2019 (+ 1)

La pietra blu, di Jimmy Liao – 2019 Camelozampa

LIAO

Quando interviene la nostalgia, anche le pietre più grandi, quelle più granitiche, quelle blu, possono sgretolarsi. È infida, la nostalgia, talvolta dolce, sembra che non ci sia, che dopo un momento di intensità profonda, sia passata, si sia mescolata ad altro, magari alla rassegnazione, e invece ristà, quieta. Sedimenta e si radica. Basta un soffio di vento che sfiora il viso, basta una parola catturata per caso in mezzo al vociare, basta uno sguardo; la nostalgia riaffiora, si fa largo tra le fenditure dell’anima, tra le venature della pietra e si manifesta, prorompente, autonoma, incontrollabile. […continua a leggere]

Il segreto di Ella, di Cath Howe – 2019, Terre di Mezzo

ella.jpeg

Cath Howe mi ha rapita. Notte tarda, sonno che bussa insistente alle porte dei miei occhi, eppure dalla prima pagina la narrazione fresca, accudente, mai retorica, mi ha avvinta a lungo. Non mi succede spesso, anche perché mi pongo nei confronti dei romanzi contemporanei degli ultimi anni con una certa diffidenza per ragioni che non considero qui proprio perché devo giustizia a questa storia che si discosta dalle altre per tono, per timbro, per cura. Ella avrebbe tutti i motivi per essere vittima delle contingenze e di se stessa: si è appena trasferita con la madre e il fratellino in una nuova città, il padre è in prigione per truffa e ci resterà a lungo, la scuola è nuova, le amiche anche e un brutto eczema le tormenta le notti, i giorni, le mani. […continua a leggere]

Il Bimboleone e altri bambini, di Gabriele Clima, Giacomo Agnello Modica – 2019, Edizioni Corsare

Belli questi Tantibambini, per citare Munari; sono tanti e diversi, sono vitali, imperfetti, unici, si muovono sulla pagina nel pieno delle loro peculiari identità, di una pienezza che è sfumata al contempo, che arriva e poi sfugge, che gioca in armonia con la pagina e con il lettore, che non fatica a riconoscersi in un bimbo o in quell’altro ma anche in questo qui. Proprio questo qui. […continua a leggere]

il-bimboleone-clima-agnello-modica2.jpg

Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond – 2019, Editoriale scienza

Migrazioni gode dell’innegabile fascino dei libri a carattere naturalistico che intrecciano a informazioni scientificamente attendibili  una narrazione che trova proprio nell’aderenza alla realtà la sua poesia. In copertina si staglia un uccello, simbolo degli animali migranti per eccellenza. Ad ali spiegate e ferme plana tra la pioggia, sotto di lui il mare. Ma all’interno, doppia pagina dopo doppia pagina, le migrazioni sono di tutte le specie: terrestri, marine, volanti. Rettili, insetti, mammiferi, pesci.

Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond - 2019, Editoriale scienza
Migrazioni, di Mike Unwin, Jenni Desmond – 2019, Editoriale scienza
Cosa c’è nella tua valigia?, di Chris Naylor-Ballesteros – 2019, Terre di Mezzo

Uno strano animale, dallo sguardo stanco, la schiena ricurva di peso e pensieri, trascina una grossa valigia. Arriva scalando una montagna che sembra essere l’ultimo ostacolo da superare dopo un lungo viaggio.  Passando, attira lo sguardo degli animali del luogo: una gallina, una volpe, un coniglio. La loro curiosità prende la strada lunga e indaga sullo strano animale, ma in maniera indiretta. Si chiede, la gallina, che cosa ci sia dentro la valigia. La risposta dello straniero la lascia di stucco. Nella valigia c’è una tazza. Ma non solo una tazza, anche un tavolino e una seggiola, e una piccola capanna che è la sua casa. La valigia contiene tutta la sua casa. [… continua a leggere]

valigia3.png
Cosa c’è nella tua valigia?, di Chris Naylor-Ballesteros – 2019, Terre di Mezzo
Il balcone, di Kalina Muhova, Atanas Dalchev – 2019, Tunuè

Surreale che non sia data a sé stessi la possibilità della luce, dell’aria. Surreale la sensazione che avvolge nel momento in cui si svela la presa di coscienza dell’indifferenza, del non saper guardare oltre, del non cercare l’altro e l’altrove. Smarriscono gli ultimi versi della poesia di Atanas Dalchev, Il balcone (1928), e lo fanno con disinvolta mestizia, instillano con naturalezza una nostalgia dura a dissolversi. […continua a leggere]

3603d462599441.5a9595f695a45.jpg
Il balcone, di Kalina Muhova, Atanas Dalchev – 2019, Tunuè
Emil il polpo gentile, Tomi Ungerer – 2019 Lupoguido

Questa storia incomincia con un palombaro, che ha un titolo e un nome, capitano Samofar, che danza lieve sul fondo del mare. Un mare che è verde e del suo verde tinge anche le alghe, i pesci, lo squalo che stava passando oltre ma poi torna sulle sue nuotate e realizza che stava per farsi sfuggire un bel bocconcino. Non ha fatto i conti con Emil, il polpo gentile, però, che interviene in suo aiuto salvandogli la vita. […continua a leggere]

emil4.jpg
Emil, il polpo gentile, Tomi Ungerer – 2019 Lupoguido
Il bambino tutto solo, di Roland Topor – 2019 Vanvere edizioni

In Topor tutto è estremo. È estremo il surrealismo, è estrema, ed estremamente complessa, la semplicità, è estrema, come in questo caso, la solitudine. Ma questo è anche il caso della dolcezza; della dolcezza tipica di certe fiabe, in cui basta un nulla, basta una piuma, per sfiorare la situazione più drammatica e cospargerla di un velo di morbidezza, attenuandola, dissolvendola.

scheda_bambino_3.jpg
Il bambino tutto solo, di Roland Topor – 2019 Vanvere edizioni
Dove sono tutti?, di Remy Charlip – 2019, Orecchio acerbo

Quando ho parlato di Remy Charlip su queste mie pagine ho sempre sottolineato come fosse meravigliosa e sorprendente la capacità di piroettare in egual misura e con egual talento tra il tratto della matita e le volute nell’aria. Parlavo di ritmo ma anche di approccio al foglio, parlavo di gestione dello spazio e di repentini cambi d’azione resi con la stessa maestria, la stessa consapevole, autorialità. […continua a leggere]

dove-sono-tutti3-1.jpg
Dove sono tutti?, di Remy Charlip – 2019, Orecchio acerbo
Il cuore e la bottiglia, di Oliver Jeffers – 2019, Zoolibri

I libri di Oliver Jeffers sono sempre belli. Il cuore e la bottiglia oltre ad essere bello è anche struggente, malinconico. Per raccontarlo parto, come molto spesso ho fatto negli ultimi mesi, dalle risguardie. Quelle d’apertura, di un bell’azzurro su fondo panna, raccontano del legame tra nipoti e nonni, tra i bambini e certi adulti capaci di porgere un orecchio attento (e giocoforza ancora un poco acerbo) alle domande dei piccoli: quelle esclamate per la meraviglia, quelle sussurrate, quelle del quotidiano, quelle del surreale.

il-cuore-e-la-bottiglia1.png
Il cuore e la bottiglia, di Oliver Jeffers – 2019, Zoolibri
Ein Apfelbaum in Bauch, Les éditions de la courte échelle, Canada, Simon Boulerice, illustrato da Gerard DuBois – Diogenes

Succede di dirlo ai bambini, con tono fermo ma intenzioni scherzose. Lo dici tu che sei grande e loro, piccini, ci credono. Resta in una parte della loro testolina e, a volte, quando diventano grandi, lo ripetono anche loro ai propri bambini, con tono fermo e intenzioni scherzose. Si dice con leggerezza “tieni la mela, ma fai attenzione a non ingoiare i semi o ti crescerà un albero nella pancia!”; oppure si dice “ecco la tua mela, mi raccomando non sprecare nulla, ché della mela si mangia tutto, tranne il picciolo, ricorda”. E, sebbene sommesse, le tue parole resteranno a imperitura memoria, perché nessuno vorrebbe mai vedersi crescere un albero nella pancia e tantomeno sperimentare di ingoiare un picciolo! [… continua a leggere]

ein apfelbaum.jpg
Ein Apfelbaum im Bauch, Les éditions de la courte échelle, Canada, Simon Boulerice, illustrato da Gerard DuBois – Diogenes

Il bambino tutto solo

Il bambino tutto solo, di Roland Topor - 2019 Vanvere edizioni

In Topor tutto è estremo. È estremo il surrealismo, è estrema, ed estremamente complessa, la semplicità, è estrema, come in questo caso, la solitudine. Ma questo è anche il caso della dolcezza; della dolcezza tipica di certe fiabe, in cui basta un nulla, basta una piuma, per sfiorare la situazione più drammatica e cospargerla di un velo di morbidezza, attenuandola, dissolvendola.

Il bambino tutto solo, di Roland Topor - 2019 Vanvere edizioni
Il bambino tutto solo, di Roland Topor – 2019 Vanvere edizioni

Il tratto a penna dai tre colori, blu, rosso e seppia, le illustrazioni piccole in dimensioni, il testo breve e secco, contribuiscono al parossismo della solitudine stessa che è esplicitata nel titolo e rafforzata nelle pagine a seguire, sempre di più fino a raggiungere un culmine nel non esserlo più e nella sitiazione conflittuale che se ne genera.

 Il bambino tutto solo ritorna in libreria dopo cinquant’anni e piace ai bambini, perché a partire da quel bambino fuori dal mondo dei canoni, che vive da solo, nel cavo di un albero in mezzo alla foresta (dove altrimenti potrebbe trovare rifugio un bambino da solo, senza madre né padre?), nutrito da un corvo, che in un bel panierino gli porta ogni giorno di che mangiare, in questo libro piccolo sta tutto il mondo dell’infanzia.

Il bambino tutto solo, di Roland Topor - 2019 Vanvere edizioni
Il bambino tutto solo, di Roland Topor – 2019 Vanvere edizioni

I due protagonisti sono loro: il bambino solo, non fosse per il corvo. A parte questi brevissimi intermezzi di scambio il bambino però si annoia, fino a quando non trova una piuma e può travestirsi da indiano, per giocare. Indossa un costume e di colpo non è più solo. È in compagnia di un indiano e, con un indiano nel suo stesso bosco, deve necessariamente cambiare stile di vita, soprattutto inventare una nuova lingua che sia comprensibile a entrambi, grazie alla quale poter comunicare. Darsi dei nomi: ed ecco nascere Romi e Miro. L’uno l’anagramma dell’altro. Assieme, dividendo tutto, si è felici.

Fino a quando il corvo, un non ben definito giorno, porta un paniere più grande, che contiene una principessa di grande bellezza. Il limite è che una principessa non la si può condividere, specie se l’amore che si nutre nei suoi confronti è di quelli a prima vista. E qui cominciano le zuffe, le incomprensioni. Che spaventano la principessa, che sale sull’albero. I due bimbi sono dei selvaggi senza controllo. Fanno un po’ paura, fanno tenerezza, sono proprio dei bambini.

E per sposarsi devono crescere, devono maturare, devono aspettare perlomeno che la principessa scenda dall’albero. Ma il deus ex machina in forma di corvo rientra in scena con il suo cesto, la principessa vi sale e ritorna dai suoi genitori.

Sarebbe tremendo se finisse qui. Tremendo per Romi, per Miro, per la principessa e per noi che leggiamo. Non sarebbe la fiaba perfetta che, invece, è. Perché oltre alla realtà del quotidiano dell’esser bambino, così come nel quotidiano ancor più reale dell’essere adulti, c’è il potere immaginifico di Topor, che con quello dei bambini collima. E quindi, è la surrealtà a fare in modo che tutto torni a binario, alla meravigliosa normalità della fiaba.

9788894394221_0_170_0_75Titolo: Il bambino tutto solo
Autore: Roland Topor
Editore: Vanvere edizioni
Dati: 2019, 96 pp., 14,00 €