È inutile, se tra tutti i protagonisti di un libro c’è un corvo, io lo seguo.

E ne I libri delle stagioni di Rotraut Susanne Berner, sia d’autunno che d’inverno ce n’è uno, che tra il brulicare di personaggi subito m’appare e conquista. E allora è d’obbligo per me seguirne le vicende, che nella mia scelta “stagionale” e non cronologica (il primo edito dei due è stato Inverno) cominciano in Autunno, sulla punta del tetto di una casa a tre piani. Il corvo in alto guarda al cielo, subito in basso una gabbia cui sembra aver, per sua fortuna, rinunciato, o dalla quale è sfuggito grazie alla dimenticanza di qualcuno, e gli incipit cominciano a moltiplicarsi, lasciando spazio a prequel di natura completamente differente, l’uno drammatico, l’altro avventuroso. In alto il cielo, dicevo, e nel cielo uno stormo d’anatre bianche, in fila, a seguire il vento.
Autunno. I libri delle stagioni, di Rotraut Susanne Berner – 2018, Topipittori
Il nostro le guarda di uno sguardo a mezza strada tra chi anela e chi teme (e qui non so perché mi torna in mente un verso dei Pink Floyd: l’invidia è il legame tra chi spera e chi è dannato, per chi volesse ascoltarla mentre segue le avventure del corvo “Green is the Colour”, 1969). Le guarda, insomma, e per qualche istante si sente Mårten, l’oca di Nils Holgersson, e, stanco del suo domestico vivere quotidiano, si libra in volo per raggiungere le sue instancabili ed eleganti simili.
Sempre con l’occhio teso e anelante le raggiunge e, sia per modestia, sia per apertura alare, le segue un po’ discosto. Quando nella terza scena stanno ormai sorvolando il pieno della città, il nostro eroe fa i conti con la realtà e con il suo istinto. Mostra alle lontane parenti che con le grandi distanze non c’è gara, ma sugli scatti è capace di dar loro una pista, le supera e si lancia in picchiata.
Certamente c’è qualcuno in pericolo; sta andando a salvarlo. E invece no, con estremo disappunto mi accorgo di come certi istinti primordiali possano far dimenticare anche il più alto ideale, vale a dire la libertà: Il nostro ha appena sgraffignato un pezzo di formaggio dal piatto di un ragazzo che non può far altro se non allargare le braccia attonito.
Il corvo è ora appollaiato su un muretto e ascolta le lusinghe di una volpe. Le anatre intanto proseguono il loro volo. “Lasciale perdere quelle lì, sapranno anche volare in formazione ma non hanno una voce bella come la tua!”.
“Certo che no!”, avrà risposto beandosi il corvo, perdendo il formaggio, perché la volpe, infine, va via soddisfatta mentre lui mestamente fruga tra l’immondizia in cerca di un boccone.
Intanto soffia il vento e spoglia di tutte le foglie l’albero che maestoso si staglia sulla collina e che è portavoce del passare del tempo e delle stagioni e centro della città in cui ogni cosa si svolge.
Il corvo è ancora lì, tra i rami, in compagnia di un pappagallo, un gufo, uno scoiattolo, un passero, un picchio e un gatto. Sorridono tutti, sulla copertina dell’Inverno, tranne una bimba dalla lunga treccia, che le anatre bianche, tanto eleganti in volo, si rivelano oche dispettose sul prato, le stanno strattonando, e il pupazzo di neve, che pervaso dalla magia dello straordinario del quotidiano, sembra animarsi e volge uno sguardo perplesso alla scena.
Ad aprirlo ci ritroviamo nella stessa città che avevamo imparato a conoscere in Autunno, e le storie da raccontare sono sempre tantissime: ci sono genitori e figli, tipi sportivi in motocicletta, ginnasti in tuta e baffoni, musicisti, innamorati, portafogli smarriti da recuperare.
Il paesaggio è innevato, il lago ghiacciato, la natura è immobile mentre tutt’attorno il resto brulica, di sensazioni, di avventure, di piccoli accidenti quotidiani che tingono ogni cosa di magia. E il nostro corvo? Beh, lui naturalmente c’è ma forse ha imparato qualche lezione e si limita a far da spettatore, appollaiato ora su un tetto, ora su una staccionata, ora su un albero. Io credo alla ricerca di un pezzo di formaggio da sgraffignare.
Ogni tavola è molto ampia si svolge su doppia pagina e, aiutata dal grande formato, risulta chiara in ogni più piccolo dettaglio. Le scene ricordano i diorama; c’è un elemento, la strada, che si sovrappone in primo piano a un recinto, un marciapiede, che a sua volta lascia il passo a una costruzione e così via in una zoommata prospettica che arriva fino all’orizzonte, in cui si incontra il cielo.
Sono tra i miei prediletti i Wimmelbuch. Su queste pagine ne ho parlato in diverse occasioni. Qui Thé Tjong-Khing e l’arte di raccontare per immagini e qui Un giorno nella vita di tutti i giorni. Credo non dovrebbero mai mancare in casa, che dovrebbero essere posti in un luogo accessibile ai bambini e che siano occasione di fantasticherie libere e appassionanti.
Titolo: Inverno. I libri delle stagioni; Autunno. I libri delle stagioni
Autore: Rotraut Susanne Berner
Editore: Topipittori
Dati: 2018, 14 pp., 16,00 €
Li trovate entrambi tra i nostri scaffali in libreria, Il Giardino Incartato, via del Pigneto 303/c, Roma