Bella e il Gorilla

Bella e il Gorilla, Anthony Browne - 2019, Camelozampa

Dai primi di aprile la fiaba de La bella e la bestia può annoverare tra le sue fila un’altra, bellissima, variante. Le radici del cespuglio di rose i cui petali restano tra gli elementi più fermi nella memoria di ciascuno la ascolti, affondano nella storia di Amore e Psiche, cui si ispirò  Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, che nel 1740 la pubblicò per la prima volta in La jeune américaine, et les contes marins.

Bella e il Gorilla, Anthony Browne - 2019, Camelozampa
Bella e il Gorilla, Anthony Browne – 2019, Camelozampa

Naturalmente nel momento in cui ho letto Bella e il Gorilla la prima cosa che ho notato è stato il gorilla. Il suo bel muso grigio, il nasone espressivo quasi quanto gli occhi ambrati o proprio grazie ad essi. Anthony Browne ci ha abituati alla sua umana presenza, seppure questa volta il Gorilla sia propriamente tale. Non indossa giacconi, tacchi, non si protegge con un ombrello. La storia è ambientata in uno zoo ed è vera.

Quindi la prima cosa è stato il gorilla. Ma Bella e la Bestia erano sempre tra le pieghe della lettura di questa che invece, dicevo, è una storia vera. Quasi del tutto vera. È il racconto di un’amicizia nata tra un gorilla in grado di parlare la lingua dei segni e una gattina. Grazie alla sua capacità di parlare con gli uomini e di farsi comprendere, il Gorilla poteva avere tutto, qualsiasi cosa desiderasse. Una cosa gli mancava: un amico. Allora, così come nella storia vera di Koko, la gorilla che amava i gatti, lo chiede ai suoi custodi e loro gli portano Bella.

“Non mangiartela!”

Ma il Gorilla non aveva nessuna intenzione di mangiarla, le voleva bene.icarus

Anthony Browne ci ha abituati a citazioni, rimandi. In questa occasione ne dedica uno esplicito a Landscape with the Fall of Icarus, attribuito a Pieter Bruegel il vecchio (ca. 1555), il quadro racconta della caduta di Icaro, che troppo aveva osato avvicinarsi al sole. William Carlos Williams lo descrive così

Non lontano
dalla costa
c’era
un tuffo del tutto ignorato
era
Icaro che annegava.
(da “Immagini da Bruegel e altre poesie”, 1962)

Bella e il Gorilla, Anthony Browne - 2019, Camelozampa
Bella e il Gorilla, Anthony Browne – 2019, Camelozampa

Anthony Brown lo appende alla carta da parati del soggiorno mentre il Gorilla, con Bella sulle spalle, sta volando appeso a un lampadario. Pensando a Icaro, temo una  hýbris che però non colgo nella specifica scena: penso piuttosto a un richiamo alle abitudini selvagge del gorilla, a una memoria mai sopita del suo istinto e delle sue capacità animali. Volteggiando tra quelle selve intricate e fiorite di carta da parati temo che il contatto con Icaro stia nella caduta, nell’aver corso un rischio troppo grande, di aver sopravvalutato le proprie capacità. Ho paura, quindi, che cadano, che Bella possa farsi male.

Ma no, non accade. Anzi,

furono felici per moltissimo tempo.

Anthony Browne, Bella e il Gorilla - 2019, Camelozampa
in merito a questa immagine Anthony Brown ha detto: In Little Beauty, I was so pleased with the expressiveness I had achieved in the dummy drawing of the gorilla carrying Beauty that I was reluctant to recreate it in a more thorough, less spontaneous, less joyous form. I have drawn hundreds of gorillas in my lifetime, and, although it was produced without any visual reference or attention to detail, this was one of the most gorilla-like gorillas I had ever drawn. I had simply concentrated on what it was I was trying to communicate; not whether the drawing was any good or not. Concerns about the quality of a picture can detract from the clarity of its communicative attributes, and in the absence of these concerns I had produced an image that said everything I needed to say. Moreover, the flowing quality of the drawing effectively illustrated the first real instance of movement in the book. Even the emotion of the characters seemed to be enhanced .Photograph: Walker Books https://www.theguardian.com/ Anthony Browne, Bella e il Gorilla – 2019, Camelozampa

Poi una sera come tante, e qui si ritorna alla fiaba, il Gorilla guarda la scena di un film alla tv e ciò che vede lo scuote, lo agita. Non riesce a sopportare l’idea che un gorilla, come ciò che lui stesso è, possa mettere in pericolo un essere amatissimo, nonostante l’unica cosa che desideri su tutto sia di proteggerlo. E allora cede all’istinto “da bestia” e rompe la tv. E Bella, che gli vuole altrettanto bene e non desidera altro che proteggerlo, lo fa con grazia e mostrando i muscoli che non ha.

Bella e il Gorilla, Anthony Browne - 2019, Camelozampa
Bella e il Gorilla, Anthony Browne – 2019, Camelozampa

La storia si apre con una rosa bianca, e poi con una rosa rosa. A ciascuna di loro una pagina distinta, entrambe appena sotto i loro nomi, Bella e il Gorilla. E poi si chiude con due rose, quella del gorilla e quella di Bella, finalmente, per sempre, assieme.

Bella-e-il-gorilla-cover-web-1-600x701.jpgTitolo: Bella e il Gorilla
Autore: Anthony Browne (traduzione Sara Saorin)
Editore: Camelozampa
Dati: 2019, 36 pp., 13,00 €

Buonanotte, Gorilla!

Le risguardie blu notte del nuovo albo edito da LupoGuido di Peggy Rathmann sono puntellate di baloon grandi, più piccoli, piccoli. Corrispondono a vocione, vocine, vocette o si tratta invece di toni urlati, parlati, sussurrati?

Buonanotte, Gorilla!, si intitola, in corsivo sul bianco; nell’angolo in basso a sinistra un topolino fa la verticale su una zampa sola, reggendo il capo di un filo mentre, una banana, all’altro, pende dall’alto sulla pagina di destra.

Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann - 2019, Lupoguido
Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann – 2019, Lupoguido

“Buonanotte, Gorilla!”, dice il custode dopo aver verificato che la gabbia sia ben chiusa. Le spalle un poco curve per la stanchezza della giornata che volge al termine, il fascio di luce della torcia che illumina l’angolo in basso di una tavola doppia che è ricchissima dei colori vivaci e pieni che caratterizzano tutto il libro. La luce nell’angolo indica una strada, quella verso casa, verso la buonanotte. Ma il gorilla non è per nulla stanco, anzi, con un bel sorriso soddisfatto sfila di tasca le chiavi delle gabbie al custode.

Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann - 2019, Lupoguido
Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann – 2019, Lupoguido

E apre la sua, seguendo passo passo quelli del custode, mentre il topolino, che, previdente ha portato con sé una banana per un eventuale languorino notturno, lo segue a sua volta.

Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann - 2019, Lupoguido
Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann – 2019, Lupoguido

Ogni gabbia è un buonanotte, ogni gabbia il gorilla libera il proprio occupante che si accoda agli altri sereno, verso una meta che non conosce ma che ritiene a tal punto sicura da lasciare nella gabbia il proprio giocattolo del cuore (l’elefante possiede un peluche di Babar…).

Eccezion fatta per due tavole che sono sequenziali ma distinte, tutte le altre si svolgono su doppia pagina. Espediente narrativo utile a dare al bambino una visione completa della fila di animali selvaggi che si dipana alle spalle del custode.

Il custode e sua moglie si mettono a letto e, nel buio, al “Buonanotte” della signora rispondono sette voci che la sorprendono e che pazientemente riporta allo zoo. Tutte tranne una, anzi due, che la fanno anche a lei.

Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann - 2019, Lupoguido
Buonanotte, Gorilla!, di Peggy Rathmann – 2019, Lupoguido

Buonanotte Gorilla! Parla ai bambini su più livelli, il più esplicito è quello in cui ci si fa coraggio a vicenda, o abbracciando il proprio pupazzo, restando nel proprio letto, o si sfida il buio con intraprendenza, raggiungendo quello dei genitori. Gli altri si sviluppano mentre si legge coi bambini e sono diversi, giacché stimolati dalla presenza minima di testo i bambini indugiano sulle tavole e aggiungono parti alla storia a seconda del proprio punto d’osservazione. Con una sola regola da seguire: commettere assieme una monelleria, mantenere il segreto. Shhh! fa segno sin dalla copertina il gorilla, e noi lettori siamo ben felici di assecondarlo, con il sorriso sulle labbra, complici.

buonanottegorilla-web_1Titolo: Buonanotte, Gorilla!
Autore: Peggy Rathmann
Editore: Lupoguido
Dati: 2019, 40 pp., 14.00 €

La leggenda di Sally Jones

La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius - 2017, Orecchio Acerbo
La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius - 2017, Orecchio Acerbo
La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius – 2017, Orecchio Acerbo

È una notte senza luna e senza stelle quella in cui nasce Sally Jones. È cupo l’avvertimento: la neonata sarà colpita da molte disgrazie nel corso della vita. È indomito lo spirito selvaggio di questa gorilla in cattività. Uno spirito ingenuo e coraggioso che ama e si spende senza risparmiarsi, che corre rischi, che è colmo, e poi stracolmo, di sofferenza, delusione, tristezza e sempre capace di sollevarsi con uno strumento intelligente e forte: la speranza.

Il primo a tradire Sally Jones è il destino, che, invece di essere roseo per una gorilla deliziosa come Sally è, si prospetta tetro e senza scrupoli. Poi colei che l’accoglie dopo una traversata sotto falso nome e tempo di stenti. Quindi l’amore, che se affidato ad anime molli spesso è effimero. E di nuovo la sorte, e ancora.

La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius - 2017, Orecchio Acerbo
La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius – 2017, Orecchio Acerbo

Tutti questi straordinari accidenti rendono la vita di Sally Jones leggendaria, per cui mi correggo: il destino non è stato poi così crudele, probabilmente lungimirante, giacché ha permesso che un’eroina così forte e fragile avesse il proprio spazio, il proprio tempo.

Dunque Sally Jones è una gorilla, e come tutti i gorilla non avrebbe avuto nome se non fosse stata rapita da un bracconiere e poi venduta a un mercante turco senza alcuno scrupolo che la battezza alla schiavitù con questo nome per poterla far viaggiare su un cargo da passeggera, sotto mentite spoglie. Dopo essere stata “adottata” da una ricca signora con il vizio del fumo e del furto, Sally Jones diventa un’abilissima ladra, capace di raggiungere le casseforti più nascoste, di scassinare quelle blindate. Ma un malvivente, sebbene inconsapevole, deve far i conti con la giustizia prima o poi, e Sally Jones paga per tutti. Dai cornicioni di palazzi prestigiosi allo zoo la via è breve. Corde, catene, malattie, per anni. Poi l’amore, il tradimento e la fuga e il salvataggio e poi l’amicizia, di nuovo la solitudine, la malattia, la delusione. In mezzo i viaggi, tanti viaggi, i naufragi, e infine la rivalsa, quella vera, che libera e lo fa con consapevolezza, in barba al destino. Che è tale e mette un punto alla malasorte perché generosa e conscia.

La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius - 2017, Orecchio Acerbo
La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius – 2017, Orecchio Acerbo

Ma oltre la storia leggendaria, e l’eroina straordinaria (nel mio immaginario mancava una protagonista da affiancare a Severus Piton nel Pantheon degli eroi letterari) che sarebbero già di per sé bastanti, è il tono quello che caratterizza e connota: irriverente, spietato, tenero, ironico. Si comincia a leggere e ci si immagina seduti in poltrona a fumare la pipa, ascoltando una cronistoria via radio, balzando su al primo colpo di scena, ad ogni virata repentina. Il timbro permea ogni pagina di un velo di disincanto che proprio per essere tale incanta e avvolge.

La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius - 2017, Orecchio Acerbo
La leggenda di Sally Jones, Jacob Wegelius – 2017, Orecchio Acerbo

I ritratti e le descrizioni dei più loschi figuri sono simili a quelle dei più devoti Santi, simili in maniera grottesca ai santini, s’intende iconograficamente. Incorniciati, in posa austera, con descrizione delle gesta e delle origini. Poi le mappe, per seguire Sally Brown nelle sue peripezie dall’Africa all’Asia, per le strade di Istanbul, quelle di New York, e nel Borneo. E i quadri, dall’andamento teatrale, per scene, ed epico. Puntini e linee a giocare con le ombre e la profondità, colori che rimandano a un passato di cammei invecchiati al collo di qualche nobildonna, di articoli di giornale conservati tra le pagine di un libro.

Mentre si congeda, Sally Jones, a poppa, saluta con la mano. Farei presto la sua conoscenza, ve lo consiglio vivamente.

Titolo: La leggenda di Sally Jones
Autore: Jacob Wegelius
Traduzione dallo svedese di Maria Valeria D’avino
Editore: Orecchio Acerbo
Dati: 2017, 108 pp., 16,50 €

Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma potete trovarci su Bookdealer o chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.

Un gorilla, un libro per contare

Un gorilla - Anthony Browne
Un gorilla. Un libro per contare, Anthony Browne

Un gorilla è un libro per contare, come esplicita il sottotitolo, ma, come spesso accade quando una cosa è così manifesta, non è solo questo. Da uno a dieci Anthony Browne conta coi primati, presentandoli in maniera deliziosa in acquerelli dettagliati e realistici, poetici per il loro essere così naturali e intensi. Nessuna scimmia è uguale a un’altra. Se c’è un unico straordinario ed espressivo gorilla (per il numero uno) ci sono otto macachi, ciascuno con la propria espressione e personalità, ci sono sei gibboni dai colori sgargianti e dalle espressioni a mezza strada tra la tenerezza e la furbizia, ciascuno di essi tradisce un pensiero che non è uguale a nessun altro. Eppure, l’idea di fondo, evocativa e empatica è che apparteniamo tutti alla stessa famiglia, che si sia un babbuino furbetto, un dolcissimo orango o un timido bambino.

Un gorilla. Un libro per contare, Anthony Browne
Un gorilla. Un libro per contare, Anthony Browne

Un gorilla. Un libro per contare
Ci è piaciuto perché è raffinato e intelligente, perché induce a riflettere e a interiorizzare numerosi concetti complessi: l’evoluzione, l’appartenenza, la diversità e la comunanza; per le straordinarie illustrazioni. Oltre che, naturalmente, perché sottende a un proposito, il rispetto degli altri, assolutamente condivisibile.

Non ci è piaciuto (perché dobbiamo proprio cercare il pelo di primate nell’uovo) il fatto che sia consigliato a bambini di tre anni; non perché non lo si ritenga adatto a loro (è proprio l’età in cui cominciano a contare e a interessarsi ai numeri) ma perché è molto difficile spiegar loro il perché si sia un’unica famiglia. Credo che bimbi dai 5 anni in su ricevano con più soddisfazione e riescano meglio a interiorizzarne gli input.

raccomandato: a tutti i bambini con l’occhio attento ai dettagli
prezzo: coerente con la qualità dell’albo

Titolo: Un gorilla. Un libro per contare
Autore: Anthony Browne
Editore: Kalandraka
Dati: 2012, 32 pp., 16,00 €

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