Tra il 1945 e il 1952 settantamila bambini del sud Italia vennero accolti da famiglie del nord per essere accuditi, sfamati, perché avessero le cure necessarie all’infanzia che il fascismo e la guerra avevano distrutto.
L’iniziativa si deve all’Unione Donne Italiane, che compì in pochissimo tempo, nell’arco di un paio di mesi, un’impresa che a stento si riuscirebbe a progettare con tutti gli strumenti di cui si è dotati nel nostro contemporaneo. Eppure, allora, da Roma, dalla Ciociaria, da Cassino e Napoli, e dalla Puglia partirono i treni della felicità, che portarono i bambini al nord, dove c’erano ad attenderli centinaia di famiglie di contadini, operai, impiegati, che li salvarono da un destino di fame, povertà, malattia.
Tre in tutto è Finalista Premio ORBIL 2019 sezione albi illustrati.
Il 27 maggio 1937, salpò da Bordeaux, in Francia, il Mexique, diretto in Messico. A bordo 456 bambini, tutti figli di repubblicani spagnoli. Per tre o quattro mesi, questo era il piano: allontanare i bambini dalla guerra per poi riabbracciarli al suo termine.
Sbarcarono a giugno a Veracrux, da lì in poi, diventarono “i bambini di Morelia”, luogo in cui furono accolti in un esilio che si rivelò definitivo. Nessuno dei bambini tornò mai in Spagna, se non qualcuno, da adulto. Il governo messicano se ne prese cura fino al 1948, da allora, furono abbandonati al proprio destino.
Tre in tutto, con le illustrazioni di Isabella Labate e il testo di Davide Calì, racconta una storia vera, dunque, e lo fa per mezzo della voce di un bambino, che assieme alla guerra, sentita più che vissuta, riporta un guazzabuglio di emozioni, di smarrimento, paura, gioia, mancanza, affetto, accoglienza; e fame.
Le illustrazioni in grafite hanno il dono di raccontare una storia che è sempre in viaggio. Il tratto neorealista conduce per mano al cinema e di quel cinema ricorda la realtà, una realtà fatta di movimento: si spostano e viaggiano i bambini, si muovono impauriti e smarriti per sfuggire alla vasca da bagno; si muovono le mani operose delle mamme, delle zie, dei nonni che impastano, versano, infornano il pane, sul quale i bambini (il bambino che narra assieme a suo fratello) segnano con un ‘W’ per riconoscerlo.
Io e mio fratello facevamo la W che avevamo visto tante volte nelle scritte sui muri che dicevano W i partigiani.

E poi ritornano, alle loro case, dove ad aspettarli non trovano quattro pasti al giorno, o la cioccolata calda; li accoglie una miseria che avevano dimenticato, ma lo stesso affetto e la stessa forza che li aveva condotti, a costo della separazione e della lontananza, con coraggio e fiducia verso altre case, altre famiglie. Ecco, Tre in tutto, è, più di ogni altra cosa, una storia di coraggio e fiducia. Che ci siano stati davvero da una parte e dall’altra, questa consapevolezza, sortisce lo stesso effetto, accogliente, di un abbraccio.
Una nave di nome Mexique, di Maria José Ferrada e Ana Penyas, scioglie invece quell’abbraccio, e lascia nella schiena un senso di amarezza.
una storia vera avvenuta molti anni fa che però ci parla della solitudine, della tristezza e della paura di chi affronta un viaggio, lasciando la propria terra e la propria famiglia con una speranza in tasca, quella di trovare un posto sicuro, e poi riabbracciare i propri cari, e invece non può far altro che sopravvivere.

A raccontarla la voce di una bambina, lei in tasca ha una canzone. Sbocciano come i fiori tra i bambini della nave, dice, le canzoni, portano consolazione e sostegno. Parla di Repubblica. Si chiede cosa sia, e la assimila a un essere che sopra ogni altra cosa è libero.
Che cos’è la Repubblica?
La Repubblica è un casa.
La Repubblica è un pugno che si alza. Un uccello.
Le illustrazioni si basano sulle foto dei “bambini di Morelia” e della nave che li portò in Messico. I volti dei bambini le ricordano e ne comunicano la tensione, la paura. Sembrano ritagliati, quegli sguardi, e incollati in un contesto, su una Storia, che non riconoscono e che li smarrisce. Ho desiderato per loro un finale diverso, senza fare i conti con la realtà.
Titolo: Tre in tutto
Autore: Isabella Labate e Davide Calì
Editore: Orecchio acerbo
Dati: 2018, 36 pp. 15,00 €
Titolo: Una nave di nome Mexique
Autore: di Maria José Ferrada e Ana Penyas
Editore: Edizioni Clichy
Dati: 2019, 32 pp. 17,00 €