Le mie Cappuccetto Rosso #1 – Chissà se oggi incontrerò il lupo?

Comincia oggi e (mi impegno!) proseguirà ogni venerdì una nuova rubrica dedicata alle varianti delle fiabe classiche. Ho scelto, per incominciare, Cappuccetto Rosso, ma sarà poi la volta di Biancaneve, I musicanti di Brema, Cenerentola.

Chissà se oggi incontrerò il lupo, Cristina Petit, Valentina Edizioni

La fiaba di Cappuccetto Rosso comincia nella più classica delle maniere, in un bosco, in un bosco grande e buio, molto buio. Bosco e sottobosco si dispiegano sulla doppia pagina di questo albo che si svolge in orizzontale. I tronchi sono bianchi, con una corteccia grigia che introduce al nero del folto dello sfondo. Cappuccetto Rosso lo attraversa, assieme a lei qualche farfalla. E qualcuno, minaccioso, certo infido, la segue. Mentre abbandona questo contesto angosciante, lasciandolo propriamente, attraversando il confine della pagina, Cappuccetto Rosso si chiede: “Chissà se incontrerò il Lupo?”.

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Chissà se oggi incontrerò il lupo?, Cristina Petit – 2014, Valentina Edizioni

E noi che leggiamo ci auguriamo di no, perché, quello che ci è concesso vedere in agguato tra i tronchi sono due fila di denti bianchi, bianchi e aguzzi, bianchi e aguzzi e digrignanti.

Mi farebbe così piacere vederlo, mi fa così ridere…
Con quella voce grande che ha…

E i casi sono due: o questa Cappuccetto Rosso è particolarmente sconsiderata, oppure ha un coraggio da far invidia!

Dagli occhi strabuzzanti in primo piano del lupo, si direbbe che lui propenda per entrambe le opzioni.

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Chissà se oggi incontrerò il lupo?, Cristina Petit – 2014, Valentina Edizioni

Cappuccetto Rosso continua a elencare tutti i pregi del lupo, quelli celebri, che conosciamo tutti . Lo fa in rosso perché sono le grandi zampe o la bocca grande, così come questa Cappuccetto, nessun’altra, li vede.

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Chissà se oggi incontrerò il lupo?, Cristina Petit – 2014, Valentina Edizioni

Il sorriso della bambina è imperterrito, l’aria che si respira attorno è serena. E più va avanti nel bosco, più prosegue con la narrazione, più il lupo riflette, si pone delle domande, si sente in colpa, ci ripensa. Ritrae i denti, assecondando un lieto fine tenero e buffo.

41e2-50H10L._SY351_BO1,204,203,200_Titolo: Chissà se oggi incontrerò il lupo?
Autore: Cristina Petit
Editore: Valentina Edizioni
Dati: 2014, 32 pp., 11,90 €

Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma potete trovarci su Bookdealer o chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.

Un ricamo raffinato su Cappuccetto rosso e il suo Lupo

C'era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo - 2015, Topipittori
C’era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo – 2015, Topipittori

La storia è quella universale, quella in cui c’è una bambina con una spiccata passione per il rosso, e c’è un lupo, tradizionalmente selvaggio; c’è una foresta, una nonna e una casetta con tanto di centrini di pizzo sui tavolini.

L’albo illustrato, questo nello specifico, si può leggere in tre modi (nessuno esclude l’altro).

In piedi o seduti di fianco a un letto, novelli cantastorie, può narrarsi ad alta voce, tenendo le illustrazioni per sé, sfruttando il ritmo di questo esercizio di stile à la Queneau. Rispettando ogni punto che fa una frase a sé; rispettando le anafore, adagiandosi sugli enjambement, sillabando “bo-sco”, “ca-sa”, facendo attenzione a non perdere il filo (rosso) della storia.

C'era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo - 2015, Topipittori
C’era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo – 2015, Topipittori

Una parola dietro l’altra, le stesse parole una dietro l’altra, si inseguono per non perdersi, per non smarrirsi, per ribadire. Mentre scorre la storia universale, quella della bambina col vestito rosso, si inciampa in mise en abyme che si lasciano incorniciare senza diventare a sé stanti. Cui prestare attenzione o da cui prendere le distanze.

Si può leggere per figure: una dopo l’altra si può narrare, partendo dal risguardo, seguendo le tracce rosse che su tutto stanno in evidenza: nette, brillanti, dense.

C'era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo - 2015, Topipittori
C’era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo – 2015, Topipittori

Dopo il ritratto di una foresta, il duplice ritratto di una foresta virato seppia, il margine del bosco si accende di un verde brillante che assieme meraviglia e spaventa. La bambina in rosso è proprio sul ciglio, braccia conserte dietro alla schiena, in attesa. Aspetta il lettore. Il bosco è enorme, fitto. Quando tutto sembra immoto la bambina in rosso si muove e supera il limes, del bosco, del consentito, della storia, della pagina: lascia le pagine tranquille, quelle premonitrici, quelle che ammoniscono sulle conseguenze di gesti repentini o azzardati e corre, capelli al vento, fuori.

Va oltre per arrivare, per mezzo della pagina di sinistra, in un contesto che è del tutto differente in cui il coraggio e l’ardire della bambina in rosso trionfano e si aprono all’ascolto di un bosco che ha perso il suo contorno dubbio per diventare attento osservatore, rivelarsi accogliente. Nel bosco la bambina incontra il lupo: entrambi sono fatti per correre e per giocare e assieme corrono e giocano. Entrambi coraggiosi, svelti, attenti. Sembrano felici. Poi interviene una pagina intera di foglie verdi. Una pianta domestica o addomesticata ci introduce la nonna: braccia accomodate sulle gambe, immote se non per porsi dinanzi alle labbra, timorose di quanto stanno per dire, di quanto dicono: narra la storia “dell’attenta a te”, nonostante alle sue spalle troneggino i resti imbalsamati di animali un tempo selvaggi che sulla parete, impagliati sembrano suggerire coi loro sguardi vitrei di stare attenta, sì, ma a qualcos’altro.

C'era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo - 2015, Topipittori
C’era una volta una bambina, Giovanna Zoboli, Joanna Concejo – 2015, Topipittori

Infine si può leggere così come è stato pensato; l’immagine di copertina indica l’approccio giusto: orecchie aperte a cogliere le sfumature, ascoltare i dettagli, seguire tracce e colori, in un ritmico alternarsi di testo e immagini. Testo e immagini che tra loro dialogano con equilibrio, senza che l’uno prevalga sull’altro. Anche quando nel mezzo della storia le parole cedono il passo e lo spazio alle immagini, esse sono lievi, mai ingombranti.

c'era-una-bambinaTitolo: C’era una volta una bambina
Autrici: Giovanna Zoboli, Joanna Concejo
Editore: Topipittori
Dati: 2015, 72 pp., 20,00 €

Trovate questi libri tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma. Oppure, se non siete a Roma potete trovarci su Bookdealer o chiederci di spedire a casa vostra, lo faremo con molto piacere ricorrendo a Libri da asporto.

Dal libro al giocattolo

Da bambina ero un’appassionata rilettrice. Leggevo e rileggevo le storie e a ogni rilettura diventavo sempre più in confidenza con i protagonisti. Forse è per questo che oggi non appena mi imbatto in un gioco (o pupazzo) che ritragga qualcuno di quei protagonisti non resisto e li regalo alla mia bambina (!). Alcuni sono ospiti di casa mia, altri sono andati a esplorare altri lidi. Ho pensato di dedicar loro un po’ di notorietà e per questa ragione li fotograferò.cappuccetto rosso nonna lupo

Con hashtag #giochidalibri mi piacerebbe soprattutto scoprire i vostri. Io comincio con un classico: Cappuccetto Rosso. Il pupazzo, che ha la mia stessa età e che ha giocato con me tante, tante volte, interpretava tre ruoli: Cappuccetto Rosso, la nonna e il lupo. Ne ho viste diverse imitazioni ma la mia bambolina resta insuperata!

Eccoci qui con le foto di #giochidalibri. Votate il gioco più bello!

C’è un lupo alla porta, ed è affamato

Una è la cosa certa che non cambia mai in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo si racconti una storia con protagonista il lupo: la sua fame. Il lupo ha sempre un languorino oppure appetito o lo stomaco brontolante quando non una fame da lupo, appunto.

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Attenti al lupo! Le più belle fiabe classiche a fumetti, Zoë B. Alley, R. W. Alley – 2011, Il Castoro

Quindi che siate paperotti, bimbe con cappuccetti rossi, agnelli al pascolo, o porcellini, badate a voi: potrebbe esserci sempre un lupo in agguato che pensa a voi come ingredienti principali di fantasiose ed elaborate ricette. Attenti al lupo!

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Attenti al lupo! Le più belle fiabe classiche a fumetti, Zoë B. Alley, R. W. Alley – 2011, Il Castoro

Cinque tra le più celebri fiabe classiche (tra cui I tre porcellini, Il lupo vestito da agnello e Cappuccetto rosso di Joseph Jacobs, Esopo e dei fratelli Grimm), divengono storie a fumetti grazie a Zoe B. Alley e R. W. Alley. Un cartonato di grandi dimensioni coloratissimo e vivace. Divertente sia da leggere che da ascoltare. Il lupo è molto elegante nel suo completo rosso con tuba (peraltro molto apprezzato da una Cappuccetto Rosso frivola e modaiola) ma, come si diceva prima, sempre affamato, anche perché in un modo o nell’altro le sue prede riescono sempre a sfuggirgli da sotto le zampe. Ogni storia comincia laddove l’altra finisce in un susseguirsi consequenziale ben congegnato che fa di queste storie, rivisitate in chiave comica, un’unica grande fiaba alla fine della quale il lupo sconsolato opterà per il vegetarianismo e si incamminerà verso il celebre orto di Mr. McGregor e le sue squisite verdure, che già stavano per costare la pelliccia al piccolo Peter coniglio.attenti-al-lupo-21

Le illustrazioni di R. W. Alley sono realizzate con opulenza di dettagli in inchiostro e acquerello. L’effetto è vivace e narrativo, assolutamente adatto al fumetto che con le illustrazioni si lega alla perfezione. Divertente tutto ma esilaranti i commenti delle pecore all’ingenuo egocentrismo del pastorello che grida “Al lupo! Al lupo!”. Il pastorello voleva azione e avventura, un po’ di divertimento: avesse avuto per le mani questo libro a fumetti non avrebbe di certo avuto bisogno di allarmare il villaggio con le sue bugie.

Tra le novità nel sito di R. W. Alley c’è There’s a Princess in the Palace. Speriamo che Il Castoro scelga di pubblicarlo, lo immaginiamo altrettanto divertente. Qui un estratto di Attenti al lupo!

97888803360991Titolo: Attenti al lupo! Le più belle fiabe classiche a fumetti
Autori: Zoë B. Alley, R. W. Alley
Editore: Il Castoro
Dati: 2011, 34 pp., 18,00 €

Pik Badaluk e il leone: Cappuccetto rosso in Africa

Che cos’è “diverso” da noi? Cosa significa “diverso”? Forse è diverso da me un bambino africano, monello e disubbidiente, che sfugge alle fauci di un feroce leone rifugiandosi su un albero di mele? Ed in cosa sarebbe diverso?

In Africa non ci sono alberi di mele; eppure, ne La storia di Pik Badaluk che ci racconta Meuche Grete ce ne sono tanti che sembra di essere nel nostro Trentino, e questo bimbo della famiglia dei Badaluk, nero come un carboncino e col sorriso bianco color gessetto, potrebbe essere molto simile alla nostra Cappuccetto Rosso. Non fosse che nel Nord dell’Europa non esistono i leoni… ma si può incorrere facilmente nei lupi.

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La storia di Pik Badaluk, Meuche Grete – Emme edizioni 2010

Che cosa c’è di diverso tra la mamma di Pik Badaluk e le nostre mamme premurose? Tra il suo e il nostro papà?
Nulla direi. Assolutamente nulla.

Quello di Pik è un mondo che appare piccolo, in cui l’Africa, l’enorme Africa, non si coglie, perlomeno nelle pagine iniziali. Ed è un mondo che effettivamente sta stretto al bimbo Pik, curioso di esplorare, di andare oltre, sebbene nella sua casa, in quel rifugio dove la mamma lo esorta a restare, egli sia protetto, al sicuro.
Quando Pik apre il cancello, si volta pagina: i luminosi raggi di un sole che sembra caldissimo ci accompagnano nella selva di una foresta, dove un pericoloso leone già agogna l’arrivo di Pik.

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La storia di Pik Badaluk, Meuche Grete – Emme edizioni 2010

Ma se Pik non fosse sveglio e curioso che ci farebbe nella foresta? E infatti sfugge al leone arrampicandosi sull’albero di mele, che sembra un albero del Ténéré, solo con succosi frutti rossi al posto delle spine.

In questo albo dai colori decisi, illustrato con semplicità, tutto sembra pervaso da un senso di spontaneità che prende l’avvio con la naturale tendenza alla disobbedienza del bimbo Pik, che esce dal cancello non mantenendo fede alla promessa fatta alla mamma, e si evolve con il tenero e ingenuo tentativo di allontanare la belva a colpi di mela, concludendosi con la caccia e l’uccisione del leone.
Triste dazio affinché Pik Badaluk possa tornare all’abbraccio della sua mamma sano e salvo.
E forse più buono: “come il più buon cioccolato”.

71R8ESdrrRLTitolo: La storia di Pik Badaluk
Autore: Meuche Grete
Editore: Emme Edizioni
Dati: 2010, 30 pp., 14,90 €