Else-Marie ha sette piccoli papà, alti quanto un vaso da fiori, coi loro cappelli e le loro valigette da ufficio, le loro abitudini, e bravi lettori di storie prima di andare a letto. Fin qui nulla di strano, non fosse che la mamma di Else-Marie è alta almeno un metro e settanta.

Sembra che quello di Else-Marie sia un sogno, il frutto dolcissimo e affollato della sua immaginazione che supplisce all’assenza di un papà che non c’è più, o magari non c’è mai stato. Questo, immaginiamo a nostra volta, quando la cogliamo seduta sul davanzale della finestra, presa dai suoi pensieri tanto da lasciare in sospeso giochi e disegni. Vagheggia del papà Gustav che ha una voce squillante, e di Rune, che ha un piccolo neo sull’orecchio, li pensa uomini d’affari, impegnatissimi, sempre in viaggio e si figura i regalini che le porteranno, ben incartati di un rosa infiocchettato di verde.

I sette piccoli papà di Else-Marie sono proprio come qualsiasi altro papà, leggono volentieri le storie prima di andare a dormire ma la sgridano quando non va a letto all’ora stabilita, si svegliano borbottando, ma recuperano il buonumore dopo aver bevuto il the e le mettono fretta quando sta in bagno a leggere le avventure di Fantomen.
Tutto sembra procedere seguendo la linea della nostalgia, del desiderio che si fa sogno. Fino a quando la mamma di Else-Marie, una mattina a colazione, non dichiara che, non potendo andare a prendere la bambina al doposcuola, se ne occuperanno i papà. Else-Marie è preoccupata, cerca di farle cambiare idea: cosa diranno i suoi amici di lei e soprattutto, cosa penseranno dei suoi sette piccoli papà?

Una cosa è certa i papà sono lì! Coi loro impermeabili e i loro sette cappelli ma, nonostante i rischio sia molto alto, nessuno li schiaccia, nessuno li usa a mo’ di bambola, nessuno, soprattutto, li giudica. Ed Else-Marie può tornare a vivere serenamente la sua vita di tutti i giorni, deliziandosi con un bagno in una vasca affollata di sorrisi, affetto e papà.

Il testo si muove sui toni del realismo quotidiano; la sua bellezza sta nella semplicità con la quale questo realismo diviene magico, ineffabile. Assurdo porsi delle questioni pratiche, assurdo indugiare sui possibili risvolti, su quel tanto che c’è tra le pieghe. In questa casa disordinata, ordinaria, nel pigiama appeso ai piedi penzoloni sul water, nella cartaccia a terra sull’autobus, nei calzini lasciati in giro, nei capelli scomposti e in vasche da bagno piene sulle quali stanno appesi i panni ad asciugare, c’è la poesia, che rende questa storia spassosa e al contempo tenera, tenerissima, vera.
Else-Marie e i suoi sette piccoli papà, è opera del 1990 di Pija Lindenbaum, brillante autrice svedese già premiata con l’Astrid Lindgren Award.
Titolo: Else-Marie e i suoi sette piccoli papà
Autore: Pija Lindenbaum
Editore: Il Barbagianni
Dati: 2018, 32 pp., 16,50 €
Lo trovi sugli scaffali del Giardino Incartato, libreria indipendente per bambini e ragazzi, in via del Pigneto 303, a Roma