Intervista a Colas Gutman e Marc Boutavant, gli autori di “Cane Puzzone”!

A di Più Libri Più Liberi 2019, la fiera della piccola e media editoria di Roma,  ho avuto l’occasione di intervistare Colas Gutman e Marc Boutavant, gli autori di Cane Puzzone, Una serie di libri per lettori dai sette anni in su, avvincente, illustrata, ricca di avventura, amicizia, coraggio e realtà. In Francia Cane Puzzone e il suo amico Spiaccigatto sono molto celebri, in Italia le loro rocambolesche avventure, edite da Terre di Mezzo, sono ricercate e molto gradite dai bambini e dalle bambine ormai a proprio agio con la lettura autonoma.

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Da qualche settimana è in libreria l’ultima avventura a tema natalizio: Buon Natale Cane Puzzone! ( di Colas Gutman e Marc Boutavant , Terre di mezzo Editore).

È la vigilia di Natale: Cane Puzzone e il suo fedele amico Spiaccigatto cercano una casa che li ospiti almeno per quella sera, anche solo per poter trascorrere in un luogo diverso dal solito bidone la sera della vigilia, e le cose sembrano andare proprio per il verso giusto. Una ragazzina, infatti, li sceglie come  regalo per il fratello. Lui, però,si rivela antipatico e cattivello, trovandoli disgustosi, li mette in vendita su bancarella di un mercatino delle pulci. Qui conoscono la piccola Cuordilana che ha perso la sua bambola, va da sé che se c’è una bambina in difficoltà Cane Puzzone non si tira mai indietro…Buon Natale Cane Puzzone_04_low

Queste le domande che ho posto a Colas Gutman, autore di Cane Puzzone

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Cosa ti piaceva leggere da bambino?

Come romanzi, leggevo essenzialmente le storie del Piccolo Nicolas, e poi tantissimi fumetti che trovavo divertenti: Asterix, Iznogoud*, Oumpah-Pah. Ero un grande fan di Goscinny e lo sono ancora. E anche di Franquin, con il suo Gaston Lagaffe e il Marsupilami. Questi libri erano le mie “bolle protettive” di tenerezza e divertimento.

Il fatto che Cane puzzone non ottenga mai un riscatto completo ma solo piccole gratifiche dal destino non è un po’ crudele? Oppure contribuisce a rafforzarne la personalità naif e intrepida?

Quando scrivo le avventure di Cane Puzzone penso spesso a François Truffaut che, nel suo “I 400 colpi”, porta il personaggio di Antoine Doisnel a vedere il mare. È un sollievo sia per lui sia per lo spettatore. In ogni storia di Cane Puzzone, dopo la scoperta della durezza del mondo, ritrova sempre il confort del suo bidone della spazzatura. È un modo per ricondurlo al suo bozzolo e dar sollievo sia a lui sia ai miei lettori. Cane Puzzone non ha bisogno di redenzione: non è lui a dover cambiare, ma è la società a doverlo accettare così com’è. A volte capita che i personaggi che compaiono nelle sue storie imparino da lui e cambino i loro comportamenti, però anche in questi casi non parlerei di redenzione ma piuttosto di educazione: al rispetto degli altri, alla difesa dei diritti degli animali e delle persone più fragili, ma sempre umoristicamente, in modo da non risultare mai troppo pesanti.

Hai un lettore ideale o invece procedi senza schemi predefiniti?

La mia prima editor a L’école des loisirs, Geneviève Brisac, mi diceva sempre che avrei dovuto scrivere il libro che mi sarebbe piaciuto leggere da bambino. Questo è un altro esercizio interessante, non per cercare il libro perfetto ma il lettore ideale. Questo lettore ideale lo immagino sempre sufficientemente aperto per poter leggere la realtà con umorismo, e saper ridere alle battute che sfuggono agli adulti. A volte ho l’impressione di essere seduto agli ultimi banchi e di scrivere come un ragazzaccio e questo mi aiuta a non avere troppe inibizioni e non dare lezioni ai miei lettori.

Cane Puzzone e il suo amico Spiaccigatto, e con loro le disavventure grottesche di cui si fanno protagonisti, fanno ridere di pancia i bambini e sorridere sornioni gli adulti che nelle tue storie trovano molta ironia. È pensando a loro, agli adulti, intendo che ne hai seminata così tanta tra le pagine?

Quando scrivo non penso mai agli adulti, ma sempre ai bambini o al bambino che continuo ad essere. Tuttavia, quello che scrivo per i ragazzi deve far ridere anche me, come adulto. Non sono mai un osservatore esterno che si dice “mah, a me fa a malapena sorridere, ma sicuramente farà ridere i ragazzi”.
I bambini imparano molto presto l’ironia, è questo risulta evidente quando li senti parlare tra di loro. Sono molto incisivi, spietati e colgono sempre nel segno. E non si tratta di una particolarità francese. Spesso invece gli adulti sono troppo protettivi e per i libri d’infanzia scelgono un umorismo troppo cauto e lontano da quello quotidiano dei ragazzi, che invece adorano l’umorismo. Io mi ricordo ancora dei dialoghi dei Fratelli Marx di quando avevo 6 o 8 anni. L’irriverenza di Groucho mi faceva già ridere più della mimica di Harpo. Non si tratta di ricerca di stile, ma di operare uno slittamento che permette di rendere la vita più divertente e sopportabile.

I personaggi adulti sono irrimediabilmente mediocri, quando non crudeli. I bambini anche, talvolta, ma più spesso complessi e sfaccettati, mai esplicitamente eroici, sempre intensamente tragici. Giochi molto con l’ambiguità rendendo complessa una narrazione che invece scorre via briosa e frizzante… insomma, questa non è una domanda, è più un complimento, ma per ottenere questo risultato così fresco scrivi di getto o sottoponi i tuoi testi a molte revisioni?

Scrivo e riscrivo moltissimo. Faccio almeno una decina di versioni per ogni libro di Cane Puzzone. Mi piace molto mettere i bambini e gli animali a confronto con la stupidità e con le norme di alcuni adulti, ma lavorare sull’idiozia umana richiede molto impegno!

Domande per Marc Boutavant, l’illustratore di Cane PuzzoneMarc_Boutavant_Pourri

Ho notato che quando vuoi mettere in risalto la puzzosità di Cane puzzone, e anche del suo amico Spiaccigatto che sebbene più lindo comunque condivide con lui un bidone della spazzatura, usi come sfondo dei bei colori lindi e pinti, soprattutto il rosa. Come gestisci l’uso del colore e cosa ti fa scegliere per l’uno o per l’altro in una illustrazione?

Cane Puzzone e Spiaccigatto navigano in acque torbide, o anche luride, ed è necessario che appaiano più “puliti” di quello che li circonda. Quindi scelgo spesso di disegnare i luoghi in cui si muovono e i personaggi con cui hanno a che fare in maniera un po’ cupa, utilizzando ad esempio dei colori scuri, per far risaltare la tenerezza dei due eroi rispetto a tutto ciò che li circonda.
In effetti questo dipende molto dalle espressioni e i colori che utilizzo… Ad esempio quando non utilizzo il rosa per la lingua di Cane Puzzone, lui sembra molto meno gioioso! Inoltre nella prima versione Cane Puzzone era molto più sporco e meno carino. L’ho fatto evolvere rapidamente perché trovavo troppo pesante che i bambini dovessero avere a che fare con un mondo così terribile (ma anche buffo e sarcastico) senza avere un personaggio accattivante a cui affezionarsi.

Quante prove hai fatto per realizzare il perfetto Cane Puzzone? L’ha sempre immaginato così?

Dal momento in cui gli esseri umani hanno iniziato ad interessarsi alla rappresentazione degli animali, ci sono stati moltissimi Cani inventati, disegnati, scolpiti o animati e durante la mia infanzia ho fatto il pieno di questi sacchi di pulci. Per Cane Puzzone ho cercato una forma che assomigliasse il più possibile a uno strofinaccio per i pavimenti. E quando l’ho trovata ero contento, avevo l’impressione di aver inventato qualcosa, di essermi rinnovato… e poi l’indomani mi sono reso conto che era lo stesso cane che disegno da quindici anni in un fumetto che si chiama Ariol, di diverso aveva solo gli occhi.

Ci sono un cane e un gatto reali cui ti sei ispirato?

Posso anche inserire Cane Puzzone in una genealogia, con il cane di Lucky Luke come genitore e il cane della Maison de Toutou e Leonard, il cane dell’île aux enfants* come parenti…

Cosa preferisci illustrare, i momenti dolci e teneri in cui il nostro manifesta appieno la sua generosità o quello grotteschi?

Mi capita spesso, e da molto tempo, di disegnare scene alquanto tenere e tranquille. Cane Puzzone mi ha dato la possibilità di lavorare anche su una certa cattiveria rozza e grottesca e su ambientazioni un po’ tristi o squallide. Non amo crogiolarmi in questo genere di temi, a meno che non siano controbilanciati da personaggi come Cane Puzzone e Spiaccigatto, che spero siano più luminosi rispetto all’oscuro mondo in cui si muovono.


*Iznogoud in Italia pubblicato da Panini con lo stesso titolo, e da cui è stata tratta la serie di cartoni “Chi la fa l’aspetti!”, andata su Canale 5 e poi su Italia 1, nella metà degli anni 90;  Oumpah-Pah, serie a fumetti umoristica che venne pubblicata anche sul Corriere dei Piccoli alla fine degli anni ’60. I tre fumetti citati sono tutti di René Goscinny
*due trasmissioni francesi per bambini, andate in onda dal 1967 al 1982, che avevano come protagonisti dei pupazzi animati

Trovate questo libro tra gli scaffali del Giardino Incartato, libreria per ragazzi in via del Pigneto 303/c, Roma.

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